Da qualche tempo gli aedi di Giuseppi tacciono, o meglio strepitano di meno.
Difficile dire se per miracolosa risipiscenza, se perchè il nostro – esaurito l’allarmismo da Covid 19 – ha ridotto le autoreferenze stampa o semplicemente perchè si sono accorti che la coperta delle chiacchiere era troppo corta.
Di sicuro al premier cominciano a mancare gli argomenti.
Finite le coniugazioni al futuro prossimo e pure quelle al futuro anteriore, ha cominciato col futuro a scadenza, un’invenzione tutta sua.
Consiste nel solito annuncio destinato a restare tale, ma facendo balenare la prospettiva che, nella remotissima ipotesi che si trasformasse in realtà, questa sarà a tempo. Una parentesi, insomma. Una trovata. Un gioco di prestigio. Una manovra da illusionista (professione in cui del resto Giuseppi eccelle).
Ecco dunque l’idea di un abbassamento dell’iva “da consumarsi entro”. Poi tutto tornerà come prima.
Nessuno sano di mente e in buona fede riesce arguire quali benefici possano venire alla nazione dal ribasso di qualche punto di imposta per qualche mese, ma l’altociuffato premier ci prova, convinto che la casalinga di Voghera resterà abbacinata ancora un po’, grazie alla prospettiva di pagare il tonno in scatola quei dieci centesimi in meno.
Facendone però ampia scorta, per non dire accaparramento, perchè poi lo sconto scade e addio convenienza.
