Sui ritardi volano stracci tra enti di previdenza, Inpgi compreso, e governo. L’Adepp “smentisce si dovesse firmare un protocollo d’intesa coi ministeri. Per il bonus di maggio manca il decreto che definisca l’importo e la platea dei destinatari“.

 

Nella splendida concatenazione di belle figure che l’esecutivo sta collezionando sul post emergenza Covid-19, quella sui bonus ai giornalisti autonomi riveste un ruolo senza dubbio minore, ma sintomatico.

Siccome il caso è arcinoto, nemmeno lo riassumo.

Resta il fatto che una categoria costituita da decine di migliaia di giornalisti, orfani da sempre del sindacato e di qualunque altra tutela e pertanto anello debolissimo della catena sociale,  viene praticamente ammazzata (chiamiamolo pure colpo di grazia) dalla pandemia.

In aprile, un sollecito decreto del governo le garantisce un generoso bonus di 600 euro come sostegno per il mese di marzo. A giugno, altri 600 per il mese di aprile. Da 50 giorni si attende quello di maggio, che doveva essere erogato a seguito di un decreto interministeriale in arrivo entro il 19/7 e di cui, è ovvio, non c’è traccia.

Siccome il popolo comincia a rumoreggiare, l’incolpevole (va ammesso) Inpgi – l’ente a cui il governo ha demandato il versamento materiale delle somme – se ne esce oggi tramite l’Adepp (l’Associazione degli enti previdenziali privati) con una patente di estraneità che indirettamente la dice lunga sul colossale pasticcio in atto.

Eccola: “L’Adepp smentisce categoricamente quanto affermato dal deputato del M5S Giovanni Currò sui bonus ai professionisti. In particolare non corrisponde al vero che le Casse dovessero firmare un protocollo d’intesa con i ministeri. Gli enti di previdenza privati sono stati velocissimi nell’aprire le domande, appena è stato loro consentito, e hanno pagato i bonus di marzo e aprile addirittura anticipando le somme con proprie risorse. Per il mese di aprile attendono ancora il rimborso da parte dello Stato. Per pagare il bonus di maggio manca il decreto interministeriale che definisca l’importo dell’indennità e la platea dei destinatari. Più volte le Casse hanno sollecitato questo decreto e ad oggi attendono ancora. Gli enti di previdenza privati di certo non hanno alcuna responsabilità nel ritardo”.

Sintesi della sintesi: non sanno nè quando, nè quanto e nè a chi daranno i soldi.

Dal bonus al malus.