Non so voi, ma io sono incerto se esortare alla prece o al dileggio nei confronti di coloro i quali sui giornali, dando mostra di alcun senso del pudore, autorecensiscono i propri libri.
Ai miei tempi c’erano gli autoriduttori, quelli che, al grido “la musica è di tutti”, sfondavano gli ingressi ai concerti con la pretesa di non pagare il biglietto.
Dopo cinquant’anni abbiamo gli autorecensori, quelli che “la recensione è di tutti”.
A ogni generazione la sua croce.