Non dirò certamente nulla di nuovo ed eppure ogni volta riesco a stupirmi: ma perché, mi chiedo, spesso alle conferenze stampa – riunioni espressamente dedicate all’incontro con i giornalisti, l’attenzione dei quali dovrebbe essere quindi l’obbiettivo fondamentale – le prime file sono sempre “riservate” a chi giornalista non è?
La domanda ovviamente è retorica.
Ma, osservo, agli stessi fini non sarebbe più semplice e logico sistemare i vari papaveri ansiosi di comparire o le autorità chiamate a intervenire accanto alla tribunetta, o in posizione laterale, lasciando chi parla cronisti la centralità e la frontalità con i cronisti?
Si dirà che è questione bazzecolare, ma non lo è mica tanto.
Rammento un ministro che, avendo a disposizione un salone immenso con postazioni, microfoni, etc preferí parlare sulla pubblica via, assediato dai microfoni impugnati da colleghi sgomitanti, dei quali pochissimi, se non nessuno, capì qualcosa di ciò che lui stesse dicendo.
Ma vuoi mettere l’ebbrezza del palcoscenico e il brivido del “posto riservato”?