Stai cercando di pagare un maledettissimo mav bancario per una maledettissima gabella dalla tua maledettissima home banking che funziona coi maledettissimi msm.
Inserisci i dati e attendi fiducioso il codice via sms.
il telefono vibra, apri e lui ti dice che la transazione è avvenuta, mentre il monitor ancora attende che tu inserisca il codice.
Smarrimento.
Richiedi il codice.
Arriva subito un altro sms che ti dice che un’altra operazione dello stesso importo è avvenuta, cioè che in pratica hai pagato due volte senza averlo ordinato nè, volendo, poterlo fare.
Rinfoderi il martello che già impugnavi e ti affidi al luminescente pulsante “assistenza on line” via chat, che ti chiede di digitare il problema.
Scrivo: “Buongiorno, c’è qualcuno in linea?”
Lui: “Non ho capito la domanda”.
Attimo di mio smarrimento.
Riscrivo: “C’è qualcuno il linea?”.
Lui: “Non ho capito la domanda”.
Io (digrignante e abbandonando ogni velleità di cortesia digitale): “Non mi arriva il codice via sms per il pagamento di un mav”.
Lui: “Per resettare il sisterma di invio degli sms occorre…(segue rotolo del Mar Morto di almeno 40 righe con inutili spiegazioni tecnico/informatico/burocratiche)”.
Io: “Vaffanculo”.
Lui non risponde, segno che la domanda l’ha capita benissimo.
Chiudo l’operazione e imprecando chiamo il numero verde, che replica con sibili da catarro bronchiale e tosse francamente produttiva di fumatore accanito. Attesa di minuti sei. Alla fine risponde una signorina che mi chiede di verificare sul portale se l’addebito c’è stato. Obietto che non può esserci stato, non avendo io inserito alcun codice nè quindi avendo dato alcun ordine (“o è possibile – chiedo – che il sistema faccia addebiti senza autorizzazione, visto che manda sms in tal senso?”. Lei dice di no ma insiste affinchè io verifichi).
Verifico: nessun addebito.
Lei: “Riprovi”.
Io: “ho già riprovato tre volte, mi sa dire se il sistema ha qualche problema?”
Lei: “Non lo so, lei riprovi”.
Nemmeno lei ha capito la domanda.