Per ragioni che non so spiegarmi, da sempre mi pare che il primo mattino dell’Epifania goda di un silenzio particolare. Più profondo. Più ovattato. Carico di tensione, forse: vuoi perché nella calza della Befana potevi trovare il carbone (eventualità improbabile, ammettiamolo: lo abbiamo sempre saputo), vuoi perché si cominciavano a contare una ad una le ore che mancavano alla fine delle feste, in attesa del gong scolastico.

Stamattina non è stato diverso.

Tranne il fatto poco consolante che, appena alzato, ho scoperto guardandomi allo specchio che il Befano ero io. Quindi meglio tacere e non incrinare quel prezioso silenzio.

Poi apro internet e scopro che qualcuno già pensa e e straparla di vacanze estive. E allora a me, più del silenzio, viene voglia di spaccargli rumorosamente la testa.

Scusate l’intemperanza e auguri.