colpi d ascia

La vita, la professione e il mondo offrono quotidianamente ottimi motivi per arrabbiarsi. Qui una silloge di commenti sparsi: a base di vetro e sabbia, s’intende

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IL NODO DEL COMPRENDONIO

Nella vita accadono spesso cose belle, sorprendenti e talvolta involontariamente esilaranti.
Devo ammettere però che, di incontrare uno che scambia un mio articolo di denuncia per un incoraggiamento a compiere le attività denunciate, non mi era ancora capitato.
Ogni giorno è una sorpresa…
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PASSERELLA STAMPA

Non dirò certamente nulla di nuovo ed eppure ogni volta riesco a stupirmi: ma perché, mi chiedo, spesso alle conferenze stampa – riunioni espressamente dedicate all’incontro con i giornalisti, l’attenzione dei quali dovrebbe essere quindi l’obbiettivo fondamentale – le prime file sono sempre “riservate” a chi giornalista non è?
La domanda ovviamente è retorica.
Ma, osservo, agli stessi fini non sarebbe più semplice e logico sistemare i vari papaveri ansiosi di comparire o le autorità chiamate a intervenire accanto alla tribunetta, o in posizione laterale, lasciando chi parla cronisti la centralità e la frontalità con i cronisti?
Si dirà che è questione bazzecolare, ma non lo è mica tanto.
Rammento un ministro che, avendo a disposizione un salone immenso con postazioni, microfoni, etc preferí parlare sulla pubblica via, assediato dai microfoni impugnati da colleghi sgomitanti, dei quali pochissimi, se non nessuno, capì qualcosa di ciò che lui stesse dicendo.
Ma vuoi mettere l’ebbrezza del palcoscenico e il brivido del “posto riservato”?

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LA (S)COMUNICAZIONE AI TEMPI D’OGGI

Per capire a che livello di parossistico delirio e di sprofessionalizzazione abissale si sia arrivati inseguendo le fanfaluche del marketing e dell’apparire a tutti i costi, sentite questa: mi chiama un poveretto di un’agenzia (chiaramente comandato e di nessuna esperienza, o almeno spero) per informarmi che “è uscito un comunicato stampa” (sic!).
Avete letto bene: ormai siamo al punto che ti telefonano non per caldeggiare la pubblicazione o richiamare l’attenzione su un comunicato che ti hanno mandato, cosa quantomai fastidiosa ma ormai abituale e in fin dei conti quasi comprensibile, ma per dirti che ne hanno prodotto uno. Senza inviartelo nemmeno o, peggio, dopo avertelo già inviato.
Hanno sdoganato l’autolesionismo…
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IMMERSI NEL CUORE (E NEL PROFUMO DI UN SAPORE)

La rima non è voluta. E sono qui per ammettere le mie colpe: mi ritenevo infatti un ottimo esegeta dei luoghi comuni della letteratura turistica, ma mi sbagliavo. Nutritomi per decenni di dileggi all’indirizzo dei proverbiali “splendida cornice”, “tradizione e innovazione”, “mare color cobalto”, “palme lussureggianti” eccetera, mi ero finora lasciato sfuggire quello che forse è l’apoteosi, il premio Nobel della categoria: l’essere, per un luogo, “immerso nel cuore” di qualcosa. L’ho appena appreso in rete.
Pensateci bene: può bastare essere “immersi nel verde” o “immersi nella tale o talaltra campagna”? Eh, no. Vuoi mettere “essere immersi nel cuore del verde” o “immersi nel cuore della campagna”? Il cuore è il cuore, il centro del centro, è un tuffo dove l’acqua blu è più blu. Tutta un’altra efficacia letteraria. Siamo alle soglie del lirico, diciamolo.
Poi giro pagina e trovo subito di peggio: un alato recensore di vini mi presenta, ispirato, un rosso “dal sapore profumato”. Il che fa presumere che anche il bouquet abbia un ottimo sapore.
Rassegniamoci, siamo proprio immersi nel bidone dell’immondizia che qualcuno ha al posto del cuore di buffoniana memoria…
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DIALOGO A DIFESA DELL’UNIVERSITA’ DELLA VITA

Non passa giorno che non debba stupirmi della bontà del sistema didattico-socio-digitale italiano: in 48 ore, ad esempio, ho visto migliaia di brillanti geopolitologi trasformarsi in acuti vaticanisti e da vaticanisti in profeti, mostrandosi in grado sia di svelare i complotti orditi dalle lobby della curia romana ai danni di Papa Francesco, sia di indicarne a botta sicura il successore prima ancora che si sia riunito il conclave. Fenomeni!
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IL TOBLERONE AL POSTO DEL CERVELLO

Ricevo, per fortuna in spam, un comunicato di cui non posso non riferire ai miei affezionati lettori e ai colleghi-compagni di sventura.
A proposito di un evento sconosciuto su un oggetto che non mi riguarda mi scrive uno sconosciuto che, oltretutto scambiandomi per un altro (ma inviando a tutti una mail massiva), mi dà in sostanza del cretino, mettendo in dubbio che io non abbia capito il senso di una sua precedente comunicazione e invitandomi a darmi una sveglia. Un ebete al cubo, che in testa è fortemente nazionalista: o ha il Toblerone o l’Emmenthal, cioè i buchi. Raramente ho assistito ad autogol così idioti.
Esorto quindi tutti a una prece di condoglianza.

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IL CURRI(N)CULUM

Bisogna riconoscere una certa genialità ai pur maledettissimi orditori di truffe digitali.
Ne hanno appena tentata una ai miei danni, sventata con necessario seguito di messa in dubbio sull’affidabilità di ascendenti e discendenti.
Chiama il solito numero sconosciuto, al quale per un attimo esito a rispondere, ma hai visto mai?
Quindi rispondo.
Di là una voce del Golem, preregistrata ma flautante, mi dice hanno “ricevuto il (mio) curriculum” e mi lasciano un numero whatsapp attraverso il quale comunicare (al chiaro fine di affibbiarmi qualcosa di losco o truffaldino).
Ovviamente ho mangiato la foglia e ho riattaccato, ma mi sono chiesto quanti, vista l’aria che tira, magari con ingenue aspettative possono aver mandato curricula a raffica e, attendendo ansiosi una risposta, abboccano.
Quindi occhio e, soprattutto, orecchio.
Cave mascalzonem!

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L’ASSISTENZA CHE ASSISTE L’ASSISTENZA

Il Servizio Clienti di un’arcifamosa compagnia di assicurazioni, al quale mi sono rivolto per iscritto allo scopo di chiedere un chiarimento sull’addebito del premio della polizza, mi risponde per iscritto (nei due giorni lavorativi “previsti”, non si capisce da chi o da che), che devo rivolgere i miei quesiti al Servizio Clienti.
Dal moto perpetuo loro al giramento perpetuo mio è un attimo…