Sia chiaro, ognuno ha diritto ad avere le proprie idee.
Le proprie, appunto.
Se invece, nel nome dell’ideologia, dell’infatuazione, dell’apriori o della semplice congenita ottusità, uno ci rinuncia e per riflesso pavloviano abbraccia acriticamente quelle che qualcuno pensa per lui (“tanto ci pensa il capo”, che spesso è peraltro un capo imbecille), il diritto a fare ciò che vuole resta, ma si perde quello a chiamare idee i propri pensieri.
Su tale base, vedo male il 75% degli italiani.