Mi sveglio presto assai udendo un gran tramestío nell’angusto cucinotto di casa, diciamo quattro metri quadri. Dal corridoio getto uno sguardo e vedo da lontano il nostro piccolo cane che si agita inseguendo qualcosa in alto. Mi avvicino e, non senza stupore, mi accorgo che c’è un grosso, bellissimo gufo appollaiato sullo scaffale.

Non mi preoccupo affatto ed anzi prendo in fretta il cellulare per immortalare la curiosa scena.

Non faccio in tempo a scattare, però, e dalla porta si affaccia un asino grigio, piuttosto agitato, che poi si rivela una zebra.

Stavolta mi preoccupo e comincio a lanciare occhiate veloci intorno per capire da dove possano essere entrati e cosa debba chiudere alla svelta per evitare che gli inattesi ospiti conquistino il resto della dimora.

Nel mentre, sempre dal cucinotto, esce allora un leone dalla folta e scura criniera. Non ruggisce né minaccia, invero, ma è pur sempre un leone. Quindi, senza traccheggiare ulteriormente, chiudo di colpo la porta della stanza e mi premuro di avvertire della cosa mia moglie, la quale è di là e sta per uscire a portare in garage la spazzatura, chiusa in voluminosi sacchi argentati. “Passa dall’altro portone”, le suggerisco con una certa premura, vista la situazione.

Lei esce e, usando evidentemente la porta da cui è entrato, esce anche il leone il quale, sempre muto, più che inseguirla la segue a distanza in giardino. Lei allunga il passo e bofonchia che potevo anche aiutarla (a portare i sacchi). Io osservo tutto da una finestra, moderatamente inquieto.

Fine del sogno.

Nessuno che si sia chiesto come facevano un cane e una zebra chiusi con un leone in un cucinotto di quattro metri quadri.