di ANDREA PETRINI
Costa Archi Sangiovese di Romagna Superiore Riserva “Monte Brullo” 2007: le soddisfazioni di quella che potrebbe essere chiamata una “bottiglia del buon ricordo“…

 

Ho conosciuto Gabriele Succi, anima e cuore di Costa Archi, nel 2010, quando ero intento a festeggiare i tre anni del mio blog “Percorsi Di Vino” con un party organizzato da Dino De Bellis dove, tra gli altri, erano presenti tanti vignaioli ancora emergenti tra cui una giovanissima Elena Fucci che da lì a poco diventò la “signora” dell’Aglianico del Vulture. Credo di aver pubblicizzato molto quella “wine fest” perché prima del 30 gennaio, giorno dei festeggiamenti, mi arrivò dalla Romagna una mail con la richiesta dell’azienda Costa Archi di Gabriele Succi di poter partecipare alla ricorrenza nonostante il titolare fosse impossibilitato a presenziare di persona.

Prima di allora tra noi c’erano stati solo sporadici incontri online, durante i quali lui si distingueva come uno dei pionieri vignaioli-blogger. Nonostante la sua precoce e apprezzata attività di divulgazione sul web, non avevo però mai avuto l’opportunità di degustare i suoi vini. Accettai quindi con piacere la sua offerta di una cassa di Monte Brullo Riserva 2007, Sangiovese che, una volta assaggiato, sorprese per la sua vitalità e che, pur non essendo più prodotto dal 2016, rimane ancora oggi un punto di riferimento per i Sangiovese romagnoli moderni, caratterizzati da equilibrio e rispetto per il frutto e il territorio, lontani da eccessive concentrazioni e dall’invadenza del legno nuovo.

Delle sei bottiglie ricevute nel 2010, una la misi da parte in cantina, spinto dalla curiosità di osservare l’evoluzione del Monte Brullo. Forse attendere quindici anni è stato un azzardo, e ammetto di non aver trattato il vino nel modo migliore: il tappo, quasi completamente disfatto all’apertura, non faceva presagire nulla di buono sulla tenuta. Ho risolto filtrando e decantando il vino che, nel suo nuovo contenitore di cristallo, offrì segni di speranza grazie a un colore rosso granato assolutamente vivo e luminoso.

La speranza si trasforma in un grande sorriso quando metto il naso nel bicchiere che esplode in aromi assolutamente garbati, anche se giocati sul filo di una ossidazione ancora in fase embrionale. Il Monte Brullo 2007 è, perciò, ancora tra noi, emana invitanti aromi di prugne, pot-pourri, china, spezie balsamiche, resina di pino, suggestioni di humus e rosa appassita. Dalla bocca, vivaddio, trapela solido vigore mitigato da inaspettata freschezza; esibisce tannino perfetto sia per trama che per integrazione e una morbidezza che, dopo tutto questo tempo, afferma una bella dose di equilibrio. Finale non troppo persistente ma assai coerente.

Gabriè, detto alla romana, volevo farti con questo articolo una sorpresa, ma più ci penso e più credo che, alla fine, tu l’abbia fatta a me.

 

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