Cantine Etiche è una rete tra cinque imprese vinicole, diversissime tra loro, nata nel 2022 in Umbria. La loro forza? Un codice etico contrattualizzato, responsabilità sociale, trasparenza, mutualità, un “sentiero” che le unisce e, ovvio, i vini buoni che producono.
Se ci sono aggettivi pericolosi da usare – perchè spesso abusati – “etico” è senza dubbio uno di questi.
La prima cosa che quindi ci si chiede imbattendosi in un gruppo di viticoltori che, pescando tra i mille nomi che potevano scegliere, si è autobattezzato “Cantine Etiche“, è perchè ne abbiano scelto uno così impegnativo.
La risposta è in realtà la più semplice, ma non per questo banale, che ci si potrebbe aspettare: “Perchè ci siamo dati regole etiche comuni, basate su idee condivise, che vogliamo rispettare“.
Facile a parole, meno facile nei fatti visto che le cinque aziende in parola (Collespino, Marchesi Ruffo della Scaletta, Tenuta dei Mori, Santo Iolo, Villa Bucher), a parte il fatto di essere tutte umbre, sembrano avere poco da spartire l’una con l’altra: diverse dimensioni, diverse origini, diversi passati, diverse esperienze, diversi suoli, diversi vitigni, diverse province (Perugia e Terni), diverse filosofie e, ovviamente, diversi vini. Diverso tutto, insomma.
A nostro modestissimo parere, tuttavia, la bontà dell’idea sta già e proprio in questo: trovare, tra individualità così differenti, qualcosa da condividere, che funga da mastice e consenta a tutti di surfare sul mercato del vino (che rimane il focus dell’operazione, nata non a caso tra imprenditori) mantenendo la propria identità e guadagnandone una collettiva. A cominciare dalla creazione di un “sentiero“, inteso in senso fisico, che, come un fil rouge, le unisca tutte in un percorso enoturistico e non solo (senza soste non richiede più di un’ora d’auto), grazie al quale ognuna potrà mettere in mostra e travasare, tramite gli altri, il meglio di sè.
La seconda cosa che ci si domanda, però, è poi fino a che punto un progetto del genere sia velleitario, per non dire solo mediatico.
Ma pure stavolta la risposta non è banale: non solo c’è un codice etico sottoscritto da tutti e improntato alla sostenibilità economica, ambientale e sociale (altro concetto parecchio scivoloso se non maneggiato con cura), comprese la trasparenza nei rapporti commerciali e con i fornitori e la mutualità tra i soci, ma c’è anche un vincolo contrattuale tra i soci. Cantine Etiche non è infatti un’associazione, ma una rete di imprese, dotata di personalità giuridica, con le opportunità, i limiti e le assunzioni formali di responsabilità che questa forma legale comporta.
Basta tutto ciò a garantire vini buoni?
Certamente no. E i nostri vignaioli “etici” lo sanno benissimo. A farli buoni ci pensano da soli, senza appoggiarsi agli altri e cercando di mettere a frutto la qualità delle uve e la vocazione dei diversi vigneti. Santo Iolo, Marchesi Ruffo della Scaletta e Collespino Tenimenti si trovano infatti nell’area di Narni, su terreni di origine pliocenica, Villa Bucher e Tenuta dei Mori si trovano invece nell’area di San Venanzo Villanova, area di suoli vulcanici.
Del sodalizio abbiamo in tutto assaggiato 25 vini, non pochi per farsi un’idea.
Ecco quelli che ci hanno meglio impressionato.
Marchesi Ruffo della Scaletta, Podere Montini Ciliegiolo di Narni Igt 2022
Ciliegiolo 100% (30% con grappolo intero), fatto solo in acciaio.
Rubino caldo di media intensità, ha un naso fragrante, fruttato, molto varietale e marcato, al palato è invece elegante ed agile, di buon corpo, godibile.
Santo Iolo, Pratalia in Anfora Vermentino Umbria Igt 2022
Vermentino 100% maturato in anfora di cocciopesto
Di colore oro intenso, offre profumi screziati e intensi che ricordano a ondate la nocciola, i fiori di campo appassiti, in bocca è sapido, verace, diretto: vino di personalità.
Tenuta dei Mori, Stratus Umbria Bianco Igt 2022
Vermentino 60%, Trebbiano spoletino 20%, Verdicchio 20%.
Colore oro pieno, al naso è tenue, appena pungente e molto composto, mentre al palato colpisce per la la marcata vena acida e una sapidità intensa, con finale appena amarognolo.
Villa Bucher, Primus Umbria Rosso Igt 2016
Cabernet franc 50%, Merlot 30%, Cabernet sauvignon 20%.
Di colore quasi impenetrabile, ha un bouquet maturo con leggeri accenni terziari, note di terra e di spezie, in bocca è solenne, elegante, avvolgente e pienamente apprezzabile.