di ROBERTO GIULIANI
Al fresco dei 1.000 metri di Collalto Sabino, la Locanda del Poeta offre una rilettura della cucina del territorio, con un pizzico di originalità ma senza stravolgimenti. Un approdo sicuro.
Abitando da più di vent’anni a Fiano Romano, alle porte della Sabina – territorio che si estende a nord-est di Roma, i cui confini anticamente valicavano Umbria e Abruzzo, ma che oggi ha il cuore nella provincia di Rieti – posso dire di averlo approfondito sia dal punto di vista storico-paesaggistico che da quello enogastronomico.
Ho perso il conto dei borghi che ho visitato e rivisitato, scoprirne altri è diventato quasi impossibile. Così scelgo i luoghi che più mi hanno colpito o, come in questo caso, quelli più alti e freschi. Sul percorso che porta a Collalto Sabino (uno dei più alti del Lazio, infatti sfiora i 1000 m. s.l.m.) mi piace fermarmi a mangiare alla Locanda del Poeta, sia per la posizione, all’interno di un parco, sia per la cucina gustosa.
Erano un po’ di anni che non ci andavo, ho trovato i locali ingranditi e una gastronomia stimolante e fuori dagli schemi, non necessariamente legata alla tradizione locale, sebbene si lavori quasi esclusivamente con i prodotti del territorio e dell’orto bio. Lo scopo è quello di dare piacere attraverso l’abbinamento dei sapori, ma con un tocco del tutto personale.
La Sabina è fortemente collinare, tappezzata di ulivi, frutteti, boschi di querce, faggi, cerri, prati e pascoli; nonostante la vicinanza con la capitale è riuscita a preservare un territorio stupendo, ricco di fauna, tant’è che è bene percorrerne le vie con molta attenzione, capita spesso di incontrare volpi, tassi, istrici, cinghiali e persino mucche, quindi massima cautela, soprattutto di sera!
Ma tornando alla Locanda del Poeta, che la famiglia Lattanzio porta avanti dal 2006, il luogo in cui è collocata è uno dei più suggestivi che si possano trovare, circondata da boschi, vi si affaccia un piccolo lago dove si possono vedere numerose tartarughe acquatiche, gli unici suoni che si ascoltano sono quelli degli uccellini, delle rane e degli animali da cortile.
Si può mangiare nell’ampia sala interna, circondata da vetrate che consentono di ammirare il panorama da ogni lato, oppure sotto un altrettanto spazioso gazebo in legno nelle serate fresche.
Il menu offre una scelta abbastanza ampia, si può puntare a piatti più legati alla tradizione come i “salumi di maiale nero reatino” o le “fettuccine al tartufo nero della Valle del Turano”, ma essendoci già stati abbiamo preferito provare piatti diversi: tra gli “Sfizi della Valle” abbiamo scelto il “Fazzoletto di primo sale in pasta fillo con mele, noci e miele di castagno” e “Gazpacho di pomodoro, baccalà cotto al vapore, mayo al basilico e frutti rossi”. Antipasti diversi ma ugualmente vincenti: i Fazzoletti (ben quattro!) erano perfetti, asciutti e equilibrati. Gustosissimo il gazpacho, che mi ha veramente sorpreso (purtroppo ho dimenticato di fotografarlo…), un piatto altamente rinfrescante e balsamico, perfetto per il periodo estivo.
Abbiamo scelto di passare ai primi e lasciare i secondi alla prossima occasione: “Tagliolini con ragù di cortile a modo nostro” e “Maltagliati con baccalà, capperi e olive”. I tagliolini erano veramente saporiti, cottura perfetta, le carni deliziose e ben amalgamate; i maltagliati altrettanto buoni, unico neo una presenza un po’ esigua del baccalà.
Ci siamo concessi di chiudere con un “Tiramisù della Locanda con savoiardo fatto in casa”, che ho apprezzato molto per la dolcezza contenuta.
La carta dei vini tocca varie regioni, forse manca un po’ di originalità nella scelta dei produttori, ma c’è ampio spazio per trovare vini più che adeguati a ricarichi onesti, noi abbiamo scelto il Cerasuolo d’Abruzzo di Marramiero che si è comportato benissimo con tutte le portate.
Un pasto completo (antipasto, primo e secondo) viene a costare dai 40 ai 50 euro vini esclusi.
La Locanda del Poeta
Via Turanense, km. 39,400 Collalto Sabino (RI)
Tel: 329 2428900
Aperto a pranzo e cena tutti i giorni
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