C’era una volta la visibilità, ovvero quella cosa in cambio della quale ti chiedevano di fare le cose gratis.
La rappresentavano esempi scultorei, tipo il divano del produttore per la giovane attrice e la firma in fondo all’articolo per il giovane giornalista.
La fiera delle vanità dei social ha però sovvertito tutto.
Ho letto or ora il vaniloquio di un nescioquid che, prestata gratuitamente la propria opera, viene richiesto dal beneficiario di ostentarla in rete, cosa che lui, ovviamente, esegue.
In pratica è come se l’avventore, scroccato il pranzo al ristoratore, gli chiedesse di pagargli anche il taxi per poterlo raccontare al tassista.