Perdonatemi, nulla di blasfemo.

Il fatto è che durante il primo lockdown il Giuseppi’s Wunderteam rispolverò il mai dimenticato quanto rimpianto manuale di Baffone, poi portato a perfezione dai compagni che sbagliavano della DDR. Pattuglie e droni furono mandati infatti a stanare tanto i minacciosi runner dispersi tra i tratturi, quanto i solitari bagnanti che, sfidando gelide onde primaverili e lidi deserti, minacciavano di contagiare col covid mormore, granchi, tracine e incauti gabbiani.

Si salvaguardarono così i milioni di persone che per mesi hanno circolato assiepati sui mezzi pubblici o che in migliaia sono fuggiti dal nord al paesello, ovviamente senza negarsi un paio di ristoratori panini Camogli al Cantagallo e a Fiano Romano, con relativi assembramenti.

Ecco, ora ci risiamo. State certi che senza pietà alcuna gli occhi elettronici dei pizzardoni governativi inchioderanno alle loro responsabilità beghine dirette al rosario clandestino, babbi in caccia di regali per la prole, sessantenni criminalmente diretti a salutare la mamma novantenne e perfino pensionati scellerati in cerca della seconda ora d’aria della giornata con la scusa della spesa.

Probabile anche la sanzione ai babbi Natale veri e finti.

Alla Befana no, sennò si rischia l’accusa che è stata multata “in quanto donna” e il sessismo, vero e presunto, è pericoloso in termini di consenso.

L’unica speranza è che almeno le renne del barbogio rossovestito, scambiate per cinghiali, vengano abbattute dai cacciatori in libera uscita. Del resto, anche loro votano.

Va da sè che, con la scusa dell’economia, si continueranno a pagare miliardi di stipendi a nullafacenti ipergarantiti e si sarà inflessibili con chi ha la colpa, per campare, di lavorare senza riscuotere tutti i 27 del mese.