di ANDREA PETRINI
Hortense Bolgheri Superiore DOC 2021 Tenuta Fratini: appena 20 ha di vigna su 1.100 di proprietà, microparcelle da 0,2 ha individuate mostri sacri come Pedro Parra e Françoise Vannier, con Eric Boissenot, il re di Bordeaux, al suo esordio bolgherese

 

A Bolgheri, dove il vino spesso si misura a colpi di muscolo e concentrazione, i Fratini sono tornati per alzare l’asticella, ma con stile e testa fredda. Dopo l’avventura di Argentiera, venduta nel 2016, hanno deciso di ripartire da zero ma con le idee chiarissime: niente repliche. Così nasce Tenuta Fratini, a Donoratico (Castagneto Carducci), con l’obiettivo di produrre vini rossi di eccellenza, specchio dell’anima  autentica di Bolgheri. La tenuta è immensa: 1.100 ettari di cui solo 20 vitati, una scelta volutamente radicale per concentrare tutto sulla qualità. I vitigni sono quelli del classico taglio bordolese — Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot — ma l’approccio è tutto toscano.

I terreni, una miscela di argille, sabbie e galestro, sono stati mappati da due mostri sacri come Pedro Parra e Françoise Vannier che, palmo a palmo, hanno sezionato il suolo cercando profondità, tessitura e capacità drenante. L’obiettivo? Individuare micro-parcelle da 0,2 ettari che parlino ognuna una lingua diversa.

La cantina è un laboratorio hi-tech, ma con anima artigiana: vasche di cemento a temperatura differenziata, tini di acciaio per le fermentazioni spontanee, barrique di rovere francese scelte una per una. E poi c’è lui, Eric Boissenot, l’enologo delle Premier Cru di Bordeaux, che per la prima volta mette piede nella DOC Bolgheri: la sua mano si sente nei vini, che non cercano la forza bruta ma la finezza, l’equilibrio, la profondità. Accanto a lui Emiliano Falsini e Gianni Moscardini, due nomi di peso in Toscana.

Il risultato? Rossi mediterranei e al tempo stesso verticali, scattanti, con tannini levigati e sorso sapido. Le tre etichette — Clinio, Harte e Hortense — sono l’espressione di tre quote e tre anime diverse: Clinio più caldo e solare, Harte più minerale, Hortense (80% cabernet franc, 20% cabernet sauvignon) il fuoriclasse prodotto da vigne poste tra i 170 e i 235 metri s.l.m. su rocce sedimentarie costituite da calcari, marmi, argilliti con intercalazioni di arenarie e rocce silicee. La 2021 è un vino capace di raccontare Bolgheri Superiore con una voce nuova, autorevole, non urlata, elegante senza essere etereo, potente senza pesantezza. È qui, secondo me, che l’intuizione di Boissenot e della famiglia Fratini trova la sua espressione più compiuta: unire la finezza bordolese con il carattere profondo di questo lembo di Toscana, evitando sovrastrutture e inutili manierismi. E se il buongiorno si vede dal mattino, c’è da attendersi solo grandi cose per il futuro.

 

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