Sul pulmino pubblico senese a 12 posti (tutti occupati) dove mi trovo, una donnina riferisce a un’amica, con voce e audio altissimi, alcune sue vicende familiari piuttosto riservate. L’autoindiscrezione sui mezzi di trasporto non e’ certo una novita’ e raggiunge il culmine della maleducazione in treno.
Ma li’, almeno (e con i rischi connessi), si e’ quasi sempre tra estranei.
In una piccola citta’ invece, dove tutti si conoscono o possono conoscersi per interposta persona, l’eventualita’ di far sapere agli altri, ammesso che gradiscano, i fatti propri e’ quasi una certezza.
E quindi l’autogol e’ piu’ grave.
Come mai la gente non lo capisce?