In effetti, più che un occhio d’aquila, mi pare un occhio di Titti, il canarino di Gatto Silvestro. Cioè un occhio o molto molto miope o molto selettivo, che vede poco oppure solo ciò che vuole.
Chi siano Titti e Gatto Silvestro, stabilitelo voi. Io un sospetto ce l’ho.
Comunque sia, si chiudono (tardi) le discoteche che forse, per coerenza di profilassi, nemmeno andavano riaperte e non si controllano, o si controllano male, quelli che tornano dalle discoteche all’estero. Proibiti i falò e gli strusci in spiaggia, ma lecite le movide di decerebrati mingenti, sputacchianti, rumoreggianti e smascherati nei centri storici, tipo Firenze.
Secondo militanza ci si accapiglia, con risultati dialetticamente tragicomici, per stabilire se la colpa del riaumento dei contagi sia dei danzanti o dei migranti, come se non fosse di tutti e due o, meglio, di tutti coloro, tra i contagiati, fatti liberamente ballare, raggrupparsi, sbarcare, scappare.
A febbraio il governo scelse la linea del lockdown. Giusta o sbagliata che fosse, era una linea. C’era un’emergenza, tutti erano stati colti di sorpresa. E’ stata dura ma qualcosa ha prodotto.
Il tempo però non passa invano. Il suo trascorrere consente di accumulare esperienza, know how, informazioni in base alle quali calibrare le azioni e casomai correggerle.
Non è avvenuto nulla di tutto questo.
Il costo della crisi economica scatenata dalla pandemia è stato interamente scaricato sulle categorie più esposte, cioè imprese e professionisti (cui però hanno concesso labirintici prestiti per pagare le tasse, che fortuna eh?), per riconquistare i quali si sono poi dovute fare copiose marce indietro. Poi più o meno a caso si è proceduto a sbloccare il paese ma a geometria variabile, senza coerenza. Stadi no, discoteche sì. Criteri apparenti, nessuno. Logica percepibile, nessuna. Poi ci si meraviglia se la gente dice che “Coviddi non c’è più” e se valuta la gravità delle cose solo in base al numero dei contagi o dei morti o dei ricoverati, senza rendersi minimamente conto del danno generale che una ripresa dell’epidemia comporta.
Si comprano i banchi con le rotelle e si finanziano i monopattini spacciandoli come panacee e facendo in realtà ridere il mondo, ma a un mese dalla scadenza non si sa ancora se, come e quando riapriranno le scuole (o magari si chiuderanno le aziende, dove la gente dovrebbe andare a lavorare in monopattino).
L’unica cosa che gli occhi miopi o selettivi di Titti e Gatto Silvestro vedono benissimo sono i sondaggi,il bilancino della politica e l’idrovora del consenso.
Adieu.