In questi giorni mi sto divertendo a contemplare il livello sempre più basso, fin quasi grottesco ormai, della lotta politica e della dialettica che ne consegue.
Ho fatto caso a una cosa.
Gli antigovernativi, in particolare i piddini ma non solo, contestano (a ragione) il reddito di cittadinanza e dileggiano gli elettori che, gabellati come stupidi accertati, hanno secondo loro abboccato alla propaganda del partito 5S, abbagliati dalla prospettiva di ottenere soldi sicuri in cambio di dolce far niente.
La cosa bella è che il giudizio tranciante sulla scarsa intelligenza di tali elettori (la stupidità è una malattia non curabile, in quanto stupidi si nasce) sarebbe stato diametralmente opposto se i medesimi elettori avessero votato, o se la prossima volta voteranno, in modo diverso. O bisogna credere che, se uno vota “giusto”, nell’opinione del beneficiario rimane comunque stupido?
Insomma, secondo qualcuno, contro ogni evidenza, si è stupidi anche a tempo (elettorale) determinato. Oppure si è solo utili idioti.
