Il mondo, giustamente e fatalmente, dileggia il sottosegretario agli esteri Di Stefano che, per crassa ignoranza o distrazione o eccesso di T9, pubblica uno sciagurato post in cui confonde i libanesi coi libici. Visto il dicastero, una figuraccia pressochè irrimediabile a cui lui, poi, tenta di mettere toppe peggiori del buco.
D’istinto quindi verrebbe anche a me di unirmi al coro delle meleggiature per una così colossale topica. E per il fatto che il sottosegretario è membro di un partito che in genere fa della modesta acculturazione un vanto, se non un merito.
Invece non mi unirò, perchè la convinzione che gli studi e il sapere non contino, come la cosiddetta università della vita insegna, non sono solo un ricorrente cavallo di battaglia pentastellato ma, ahinoi, la condizione in cui versa un’altissima percentuale di italiani. Ne abbiamo dmostrazioni quotidiane.
E se da decenni, nel nome ora di un malinteso egualitarismo intellettuale e ora di uno sciocco utilitarismo, la scuola promuove e perfino sospinge sostanziali asini, la colpa non è dei pentastellati, che casomai dell’asinismo elevato a ideologia sono vittime.
