La Raggi va assolta e i suoi si accaniscono coi giornalisti. Responsabili ai loro occhi, evidentemente, di aver montato processi mediatici e di aver preso le parti dell’accusa.
C’è una parte di vero, inutile negarlo, sebbene ciò non giustifichi l’attacco alla categoria.
Ma quanto sta accadendo dovrebbe far riflettere.
Troppo infatti il giornalismo militante in attività, non nascondiamoci dietro a un dito. Troppi i teoremi portati avanti a mezzo stampa. Di ogni colore e di ogni orientamento, intendiamoci.
Troppa l’incapacità di molti colleghi di restare fedeli alle proprie idee senza farsene condizionare professionalmente.
Mi capita spesso di vergognarmi per i politici che ci aggrediscono, ma altrettanto per la faziosità a senso unico di molti, anzi moltissimi di noi. La morte dell’informazione e della professionalità.
Credo quindi che dopo le sparate dei 5S la levata di scudi dell’odg ci voglia, senza tuttavia risparmiare la parte marcia del giornalismo, che dovrebbe tifare per la verità e invece parteggia spudoratamente, anzi facendo della parzialità una missione.