Inutile smanettiate su google, la parola (pronto a ricredermi, se qualcuno mi dimostra il contrario) quasi non esiste: la troverete solo in relazione a un involontariamente comico articolo sull’agricoltura uscito oggi su un importante giornale on line e a un altro paio di scritti in cui, mi pare di capire, al termine viene creativamente attribuito un teorico significato di “stabilizzatore-rallentatore” di flussi fluidi, elettrici e, per analogia, di procedimenti giudiziari.
Ora, capisco che non tutti conoscano il vocabolario a memoria o non abbiano i mezzi per cogliere nelle parole le radici etimologiche spesso indispensabili per arguire il significato di un termine sconosciuto, ma, appunto, i vocabolari, oltretutto pure in rete, ci sono apposta.
Allora com’è possibile che sul citato giornale anzichè “idroponica” (cioè relativa a una coltivazione effettuata fuori terra e nutrita con soluzioni acquose) si titoli “ipodromica”?
Ciò a prescindere dal fatto che la coltivazione idroponica di frutta e verdura, tecnica vecchia di oltre un secolo e che un mio compianto amico utilizzava in Sicilia già negli anni ’80 del ‘900, venga addirittura spacciata come una delle forme della nuova “agricoltura 4.0”.
Poveri noi.
