Prevengo la consueta eccezione dei soliti amici che – come se fossimo parte di un gruppo di lavoro scolastico su whatsapp o se in condominio si trattasse di sentire democraticamente il parere di tutti – quando parlo del governo di Giuseppi mi chiedono di fare, oltre che critiche, “proposte”: questa è infatti una proposta.
A fine marzo scorso, a reti unificate, il sudaticcio premier annunciò il decreto del mese medesimo per gli aiuti ai lavoratori autonomi e sancì il famoso bonus da 600€, le domande per il quale il 1 aprile successivo mandarono in tilt i siti dell’Inps e degli enti di previdenza.
Ne seguirono inevitabili biasimi.
Ma a Giuseppi e ai suoi dodicimila consulenti, il capo dei quali tiene sotto controllo la situazione sul campo, ma da Londra, la si può fare una volta, mica due.
E così, per l’attesissimo decreto di aprile, l’astuto leader ha subito posto rimedio: dopo una decina di annunci, bozze, varianti e ripensamenti ha fatto il modo che il mese finisse e venisse maggio.
Poi, che passassero pure i primi dieci giorni senza che del decreto ci fosse l’ombra. Tanto la gente campa ancora con gli avanzi dei 600€ dei quaranta di’ precedenti e all’Inps possono così evitare l’ernia da eccesso di lavoro.
Pertanto in dottrina ci si interroga ora sul nome del mese con cui verrà battezzato il prossimo decreto in uscita.
Anche perché poi, se alla fine il documento vedrà la luce, ci sarà da elaborare subito il successivo e, essendoci poco tempo, quello di giugno arriverà a fine luglio.
Praticamente, con un colpo di genio (si attende il DPCM ufficiale), Giuseppi ha inventato il mese di quaranta giorni. Alla durata del quale ci si aspetta venga adesso parametrata la calendarizzazione di scadenze, bollette, canoni, tasse, termini e adempimenti, sennò non vale.
Come? Si parlava di una proposta?
Certo, eccola: sotto la foto di Mattarella pianta un altro chiodo nel muro e attaccaci un bel calendario, di quelli all’antica, di carta, coi giorni della settimana, i santi, le feste e le fasi lunari, così ti rammenti meglio la misura del tempo. Sconsigliati, per evitare di distrarsi, quelli da camionisti pieni di donnine procaci. Anche perché, quando fai gli annunci urbi et orbi in TV, c’è il rischio che si vedano.
