Più ci si avvicina alle temute Fasi 2, 3 o 4 e più, tra le pieghe del dramma e del disagio, affiorano piccoli dettagli almeno un po’ confortanti o capaci di strappare un sorriso. Niente di che, intendiamoci: benefici, diciamo, minuscoli e dalla valutazione, lo ammetto, quantomai soggettiva.

Ad esempio, mi pare chiaro che le norme per i ristoranti, sempre ammesso di trovare chi sia disposto a pranzare in sala operatoria e a costi probabilmente doppi rispetto a prima, sfavoriscano in modo netto la presenza in sala di bambini pestiferi, ululanti o striscianti sotto i tavoli secondo i modello educativo in voga. Ottimo!

In treno, l’installazione di paratie di plexiglass e di posti alternati per un po’ metterà finalmente al riparo da suonerie moleste, comari bercianti al telefono e vicini di poltrona alloppianti con i loro interminabili attaccamenti di bottoni. Finalmente soli!

E in aereo? Che dire dell’aereo? Le medesime paratie e il medesimo sfalzamento eviteranno il rischio di passeggeri ingombranti a fianco, di nevrastenici di fronte (quelli che in continuazione alzano e abbassano lo schienale della poltrona) e di incontinenti che vanno sei volte in bagno anche durante il volo Firenze-Bologna. Vuoi mettere?

Poi c’è la spiaggia: tutti nella sauna-box o nelle cupole di bamboo con gli occhi fissi sullo smartphone, addio nuvole di sabbia e polvere, venditori ambulanti (forse) e partite a racchettoni sulla battigia, riservata ai Carabinieri all’inseguimento dei runner.