Stavolta la telecamera non c’entra, c’ero io di persona.
Il tizio parcheggia davanti a passo carrabile, scende, va a guardare il campanello.
Di là dal cancello, a una quarantina di metri, ci sono io che lo osservo.
Lo vedo, mi vede.
Poi si guarda attorno e si addentra tra le fresche frasche, lungo la recinzione, scomparendo alla mia vista.
Ma io so già che cerca un pertugio.
Peccato che, a casa mia, io gatto sia io e il topo lui. quindi per vie traverse aggiro gli ostacoli e mi presento a sorpresa proprio laddove poteva trovarsi l’anelato pertugio.
Anziché trovare il quale, l’omino trova me, con cipiglio non precisamente amichevole.
Mi guarda stupito, lo guardo irritato.
“Volevo dare un’occhiata”, dice.
Poi gira i tacchi e se ne va.
