Sarò certamente all’antica, ma l’abuso di acronimi, abbreviazioni e neologismi mi irrita. Tipo la “k” al posto del “ch”. O tipo i musei che ormai si chiamano sempre Boma, Koma, Musa, Mura, Samu e così via.
E’ pur vero, di contro, che a ogni cosa ci si abitua.
Dubito però che riuscirò mai ad abituarmi ad un’orrenda parola che ho da poco visto usare su un giornale on line: “gusturismo”.
E che sarebbe? E’, ho scoperto, il turismo della gola. O del gusto, se volete.
Ma si può coniare e poi usare una parola più ebete e cacofonica di questa? Una crasi tra culturismo e guttura?
Per favore, per favore…
