Il mattino prestissimo è il momento in cui è difficile capire se sta per cominciare il nuovo giorno o se stai ancora vivendo l’estrema coda (o il sonno) di quello prima. È un’ora comunque fatale. All’alba di un febbraio di oltre sessant’anni fa Sylvia Plath si alzò, imburrò il pane per i bambini e mise la testa nel forno. Ma è anche l’attimo estatico in cui, mentre tutto è sospeso, artisti e scrittori vivono le scintille creative più lucide e feconde. E in cui qualsiasi evidenza si palesa nel modo più chiaro.
Io , ad esempio, è da stamattina alle 5 che ho certezza di un monumentale giramento d’uevos da afa e vorrei che fosse già pomeriggio.