Sullo squallore di un calcio apolide in cui giocatori apolidi giocano in nazionali apolidi, ma lo chiamano “campionato mondiale”, mi sono già espresso.
L’altra faccia, forse perfino peggiore, di questo puerile teatrino è sugli spalti: un carnevale indecoroso di dementi variopinti che, invece di guardare la partita, mangiano, bevono, ruttano, ballano, si mascherano e si dipingono, tutte maschere grottesche alla sola e perenne ricerca della telecamera, prede di un esibizionismo sdoganato e quindi immune ormai, purtroppo, dagli strali di costume.
Una plebaglia serva del marketing che deve estinguersi per la salvezza dello sport.
