IL VENERDÌ DEGLI IMBECILLI.
Ultimo venerdì d’estate, giorno pericolosissimo in cui tutti i deficienti si riversano in strada convinti che non ci sia un domani né di vacanza e né tout court.
Il ciclebete vestito da Gimondi, con passeggino doppio a rimorchio e moglie al seguito, che arranca al centro dello sterro e dietro a un dosso, come si trovasse in una ciclopista, inveisce contro di me, colpevole di guidare per lavoro sulla strada di casa mia.
Sfortuna (sua) ha voluto che avessi una piazzola per fermarmi e dirgli cosa pensavo di lui.
Tre km dopo, nel cuore del paesello, anzi nella strettoia con senso unico alternato e curva cieca, un cretino si ferma e avvia una fitta quanto interminabile conversazione da diporto con un minus habens suo pari, bloccando il traffico come se la cosa non lo riguardasse.
A illustrargli la reputazione della madre hanno per fortuna provveduto quelli in fila davanti a me.
Torno e davanti all’uscio trovo un altro gruppo di ciclisti-ecologisti, quelli insomma autoproclamatisi paladini della mobilità “green”‘.
A testimoniarlo lasciano in strada un ricco campionario di souvenir ecocompatibili di cui allego foto dimostrativa.
Spero non arrivino a sabato.
