Siccome ormai la metafora bellica imperversa ovunque, nei mesi di lockdown non è mancato nemmeno – e pure con buone ragioni – il parallelo tra la guerra e la lotta al Covid-19.

Ora che però, con la Fase 2, il conflitto antipandemia va trasformandosi in guerra civile, il premier ha diradato le comparsate a favore di telecamera ed è tornato a dedicarsi al suo passatempo preferito: la lentissima stesura di interminabili Dpcm.

L’altroieri si vociferava di un mattone da 700 pagine, passato ieri a 777 e oggi, si dice, a oltre 800. Considerato che l’uscita dell’agognato documento non è ragionevolmente prevedibile prima della seconda metà della prossima settimana, se l’incremento della foliazione procede al ritmo di 50 pagine al giorno potremmo facilmente superare quota 1.000.

Allora ho controllato: l’edizione economica della Feltrinelli del capolavoro di Tolstoj annovera 1474 pagine, lo sproloquio del neomuto Giuseppi ci si avvicina.

Da “Guerra e pace” a “Guerra e tace”.