Leggevo la cronaca dell’elicottero caduto domenica sull’Appennino toscano con due persone a bordo, per ora ancora disperse, ma di sicuro decedute.
E lì ho anche appreso che la centrale del 118 ha mandato sul posto una squadra di soccorritori, giustamente guidati da un coordinatore.
Peccato che questa utile figura sia stata battezzata, con effetto involontariamente tragicomico, “disaster manager”.
Proprio così, “disaster manager”. Non è uno scherzo.
Evidentemente alla burocrazia sanitaria chiamarlo “gestore delle emergenze” appariva troppo provinciale, poco mediatico, ghiozzo insomma.
Il tutto accade nella già patria dell’italica favella.
Nel suo piccolo, è tragico anche questo.
