Lo scorso luglio pagavo con rassegnazione il saldo dell’estorsione in due rate alla quale annualmente la Rai mi sottopone attraverso la pretesa del canone, “dovuto – specificavano loro con puntiglio – in forza di inderogabili disposizioni di legge”.
Passano tre mesi e mezzo di gratificante silenzio.
Dopodichè, oggi, ecco arrivare una pec dal minaccioso oggetto “Quarto (quarto!, ndr) sollecito di pagamento del canone”. Il quale, a loro dire, “a tutt’oggi non risulta ancora versato”.
Dal canone al cannone: nel senso che non so se se li fumano con pertinace solerzia o se vanno mandati tutti a casa a cannonate.
Probabilmente, le due cose insieme.
