Dite che capitano tutte a me, ma sentite questa.
Alle 13.40 del giorno di San Silvestro suona il campanello.
E’ una scampanellata nervosetta, diciamo pure aggressiva, e la cosa già mi indispone un po’.
Vorrei far notare che sul mio cancello è scritto a caratteri cubitali dove ci si trova e chi ci abita.
Io: chi è?
Lui: quello dell’installazione, apri!
Io (già seccato da prima ed ora decisamente risentito): apro un tubo, chi cerchi?
Lui: devo installare il satellite.
Io: non aspettiamo nessuna istallazione di nessun satellite.
Lui: ma te chi sei?
Io: io sono io, te chi sei?
Lui: sono quello che deve installare il satellite.
Io: bravo, ora dimmi chi ti manda.
Lui: la ditta xy (ovviamente a me sconosciuta).
Io: ora dimmi chi cerchi.
Lui: yz (ovviamente a me sconosciuto).
Io: hai sbagliato posto.
Lui: sei sicuro?
Io (ormai lustrando la colubrina): sì, lo vedi che c’è scritto sul cancello?
Lui: sì, lo vedo.
Io: ecco, leggi ad alta voce.
Lui legge ad alta voce il mio nome scritto sul campanello.
Io: sono quello che stai cercando?
Lui: no.
E se ne va.
NB: chi fosse di preciso alla fine non l’ha detto, però aveva un furgone con una scala sopra, quindi forse un installatore lo era davvero. Non intelligentissimo, però.
