Il cantautore californiano oggi compie gli anni. Non una ricorrenza importante. E bisogna ammettere che, tra alcune gemme, alla lunga forse l’artista ha un po’ tradito le attese di chi lo amò 40 anni fa. Ma di lui ci sono cose che s’estolleranno per sempre.

Soundtrack: “Farther on“, da “Late for the sky“.

Circolano strane voci sulle disinvolte manovre di David Geffen all’incrocio tra il ’70 e il ’71, quando la nascita dell’Asylum era nell’aria. E sulle gerarchie all’interno della sua scuderia di artisti. E, ancora, sulla sofisticata macchina per fare di platino, o affogare nell’anonimato, i dischi annunciati come produzioni di nicchia.
Ma forse senza l’Asylum non ci sarebbe stato nemmeno Jackson Browne. O almeno quello che abbiamo conosciuto. E che oggi compie 66 anni.
Perchè mi accinga a scrivere qualcosa su questa non straordinaria ricorrenza, non lo so.
Avrei giurato, è vero, che la sua parabola artistica sarebbe stata più lunga. La sua ispirazione più forte.
Invece Jackson ha cominciato a declinare presto. “Hold Out” è del 1980 e mi deluse parecchio. Nemmeno mi era piaciuto lo strombazzatoRunning on Empty“, tanto amato (non a caso) dalle ragazzine del 1977.
O forse era solo cambiato il vento del mainstream, che anzichè contro aveva cominciato a soffiare a favore dell’impero. Un vento al quale presto molte vele si volsero.
Eppure a Browne dobbiamo anche alcuni degli album più belli di tutti i tempi. Senza alcun dubbio.
Late for the sky” è a mio modesto parere (e non solo mio, credo), per intensità e lirismo, tra i primi cinque in assoluto. Uno di quelli a cui non rinunceresti mai. Caposaldo. Punto di riferimento. Benchmark di interi armadi pieni di vinile. Capace di galleggiare su decenni di capolavori veri o presunti. Di stili e di mode.
Dunque auguri allo zio Jackson.
Per le visioni che ha avuto e per quelle che avremmo voluto che avesse.

…But the angels are older
They can see that the sun’s setting fast
They look over my shoulder
At the vision of paradise contained in the light of the past
And they lay down behind me
To sleep beside the road till the morning has come
Where they know they will find me
With my maps and my faith in the distance
Moving farther on