di CARLO MACCHI.
Mumble mumble…perchè un ristorante piacevole, ottimo, con piatti solidamente tipici e a volte rari, una lunga storia, una carta dei vini con prezzi onestissimi non “entra” nelle guide? Se lo chiede il nostro giovane Carlo. E vi spiega come mai.

Tutte le volte che vado a mangiare al Pesce d’Oro, sulle sponde dell’inquietante ma bellissimo lago di Chiusi, mi pongo una domanda: “Perché?
Perché un locale dove si mangia veramente bene, dove la sala è ampia e luminosa, dove il servizio è preciso e puntuale, dove la carta dei vini sarebbe da provare in toto (visti anche i prezzi bassissimi), dove soprattutto c’è una vera cucina di territorio, anche rivisitata con gusto ed equilibrio; perché un ristorante del genere non si trova sulle tutte le guide dei ristoranti ed in particolare sulla Guida Osterie di Slow Food?
Mi faccio sempre la stessa domanda ed ogni volta esco senza una risposta plausibile. Vediamo se potete aiutarmi a scoprire l’arcano.
Intanto la location: sulle sponde di un lago che sembra fatto grazie ad un meteorite caduto perpendicolarmente, che ha bruciato le sponde e poi è stato portato via da una mano gigantesca. Il lago di Chiusi è così, ti puoi togliere lo sfizio di capirlo con 5-minuti-5 di macchina, uscendo dal casello della A1 Chiusi-Chianciano.
Attorno a questo lago ci sono alcuni imbarcadero e uno è proprio di fronte al Pesce d’Oro, un ristorante che esiste praticamente da sempre, ma da qualche anno è nelle mani di Simone Agostinelli, ultimo di una gloriosa stirpe che ha sfamato generazioni di avventori veramente affamati. Questi planavano qui la domenica per il classico pranzo “tre antipasti, tre primi, tre secondi con contorno, frutta, dolce, caffè, ammazzacaffè”. Oggi questa clientela si è ridimensionata ma il ristorante non è riuscito ancora (per fortuna) a perdere la mano “pesante” sulle porzioni, che riescono a sfamare anche quelli come me.
Prima di essere sfamati però dobbiamo entrare. Ci accoglie una sala ampia, luminosa, forse leggermente fredda all’inizio ma l’impressione passa subito grazie all’occhio che si ferma sull’apparecchiatura corretta, sui tavoli ben distanziati, sui toni caldi del tovagliato. Come ti siedi ti portano un menù improntato al pesce di lago e comunque alla tradizione toscana.
Se vuoi proprio la cosa ipertradizionale non puoi perderti il Brustico, (piccoli pesci di lago abbrustoliti sulla fiamma viva, possibilmente di canna lacustre), se invece preferisci un antipasto diverso puoi andare sulle code di gambero con vellutata di finocchi o sulla buonissima tartara di boccalone (chi di voi non ha provato a pescare il boccalone/black-bass con la canna non sa cosa voglia dire fare la guerra con un pesce) con panna acida e crostini di pane.
Tra i primi spiccano i pici al persico reale, un farrotto con zucchine e luccio e recentemente ho gustato dei buonissimi tortelli ripieni di coda di cinta senese con una salsa di ribollita. Il piatto di lago per eccellenza tra i secondi è il tegamaccio, un insieme di vari tipi di pesce di lago cotti lentissimamente in umido. Questo è uno dei pochi posti in cui lo potete chiedere e gustare tranquillamente, senza il rischio di ritrovarsi in pancia pesce proveniente da altre zone, molto ma molto lontane. Sempre sul sostanzioso vi consiglio la trippa alla maniera di Chiusi (cioè in umido col pomodoro) o la frittura di pesce di lago. Per chi volesse qualcosa di più raffinato ecco gli straccetti di carpa su purea di melanzane e crema all’aceto balsamico.
Insomma: chi ama il pesce di lago troverà sicuramente “pesce” per i suoi denti; chi invece preferisce altre cose incontrerà comunque piatti ben fatti, sostanziosi e saporiti.
Veniamo ai vini: Simone, sommelier da lunga data, ha messo insieme una carta assolutamente unica. Non moltissimi vini ma che coprono praticamente tutte le regioni italiane, presentando etichette non scontate, spesso poco conosciute, ma di grande qualità e proposte con ricarichi inferiori a quelli di un’ enoteca molto onesta. Una carta assolutamente da portare ad esempio per come, con cifre modiche, si riesca a proporre tanto e tanto di buono.
Ed anche il conto sarà una cifra modica: tra antipasto, primo, secondo e dolce (se reggete le porzioni abbondanti) arriverete a spendere 35-40 € a testa, vini esclusi (tranquilli, ci sono belle bottiglie proposte anche a 10-12 €).
Allora ricapitoliamo: location particolare, sala curata, cucina VERAMENTE di territorio, piatti ben fatti, bella carta dei vini, prezzi indubbiamente bassi…perché? Perché? Perché? Mah!

Ristorante Pesce d’Oro
Lago di Chiusi, Via Sbarchino 36, 53043 Chiusi (SI)
Tel/fax 0578 21403
e-mail: info@ristorantepescedoro.it; pescedoro@virgilio.it
chiuso il martedì.

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