Alla “pop challenge” 2018, organizzata dal Borgo Magliano Resort con Mantellassi e Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano la stessa bottiglia mette d’accordo tutti, nonostante una giuria frastagliata e un regolamento (volutamente) poco tecnico.

 

Non so quale sia, in fondo in fondo, il senso da dare all’aggettivo “pop” in riferimento a un concorso vinicolo.
Ma se lo scopo era di conferire una patina di levità agli assaggi collettivi, senza con ciò togliere a ognuno di essi il peso della valutazione individuale, direi che l’edizione 2018 del “Vermentino Challenge“, organizzata al Borgo Magliano Resort il 7 luglio scorso dal Resort stesso, Fattoria Mantellassi e Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano, ha centrato il bersaglio.
Si trattava, per il secondo anno, di individuare il “Vermentino maremmano più tipico” tra quelli in gara (26 campioni del 2017), pescati e anzi autocandidati tra tutte le denominazioni (e quindi con molte variabili anche percentuali) del territorio grossetano, compresa l’Igt Toscana
Se ai limiti di una campionatura volontaria fatalmente ristretta e alla vaghezza, immagino peraltro voluta, della nozione di “tipicità”, aggiungiamo, a sottolineatura dell’orientamento “pop”, un panel di assaggiatori estremamente variegato, composto da giornalisti, blogger, sommelier, ristoratori e “-er”‘di varia natura, ce ne sarebbe stato abbastanza per prendere i risultati con le molle.
E invece, al di là dell’interesse intrinseco di assaggiare un po’ del vino che sul mercato va attualmente per la maggiore, il risultato sta lì a dimostrare che quando un prodotto è buono, qualunque palato o quasi, purché un minimo sensibile, è in grado di riconoscerlo.
Ha vinto infatti, nonostante la degustazione compiuta alla cieca e i criteri di valutazione volutamente elastici forniti dal regolamento, quello che a sette giudici su otto è apparso senza dubbio il migliore: il “Lepido” Vermentino Toscana Igt della Fattoria Poggio Bestiale.
Ci sarebbe anche da discutere sull’idea di mettere a confronto vini che, per disciplinare, hanno percentuali di vitigni e standard molto diversi, ma almeno al naso e in bocca quel bianco elegante, pieno di sentori salati e sabbiosi, con una varietalità contenuta ma una bella acidità e una verticalità non caricaturale, ha messo tutti d’accordo.
Meno convincente, ma questa è un’opinione tutta mia, la compatibilità generale tra le virtù del Vermentino e il clima, i suoli, l’aria della Maremma, che non sempre mi sembrano l’ideale. Il che, comunque, alza l’asticella ed accende ancora più la sfida.
In ogni caso, ci informa l’organizzazione, il vincitore ha totalizzato un punteggio di 86.89/100 (io avevo dato 86/100), mentre la media dei vini è stata 82.60/100 (in crescita rispetto allo scorso anno di circa 2 punti). I vini sopra gli 85/100 sono stati 6 (di cui 5 provenienti dalla zona sud/ovest della Maremma, il sesto è di una Cooperativa con soci in varie zone della Maremma). Personalmente, sono stato in generale un po’ più severo.

Questi i produttori e i vini presenti:

La Madonna, La Badiola, Alessio Bruni, La Selva, Santa Lucia, Monteverro, La Parrina, Casteani, Vini di Maremma, Moris Farms, Fertuna, Bambagioni Nudo, Val di Toro, Val delle Rose, Paolo Bruni, Massi Mandolaia, Serraiola, Il Casalone, Monterozzino, San Felo, Vignaioli, Fattoria di Magliano, Terre Etruria, Cacciagrande, Mantellassi, Poggio Bestiale.