Addio a Tony Joe White.
Soundtrack: “Takin’ the midnight train

 

E’ mancato ieri a settantacinque anni, per cause naturali, Tony Joe White, di cui noi rock-snob ci siamo a lungo pasciuti.
Ma lui era tutt’altro che snob. Apparteneva casomai (e forse ne sorrideva, o forse la malediva) a quella cerchia di musicisti che si dicono “di culto“, spesso sinonimo della più cruda espressione “grandi ma sfigati“.
E’ passato oltre mezzo secolo dai suoi esordi, ma sarebbe interessante capire quanti, tranne gli appassionati incalliti, si sono accorti dei ventiquattro album, alcuni dei quali straordinari, che ha inciso in quest’infinito arco di tempo.
Non gli è certo mancata la gloria, almeno indiretta, per le copiose e a volte gettonatissime cover delle sue canzoni che molte stelle (da Elvis a Tina Turner) hanno interpretato, come A rainy night in Georgia (B.Benton) e Steamy windows (Tina).
Meno noti, tuttavia, la sua scrittura delicata e il gusto per le storie intime, un po’ oscure e molto sudiste, che anche grazie alla sua voce baritonale hanno fatto di lui non solo un autore prolifico, ma un interprete intenso e vero.
Ormai abbiamo perso il conto dei tributi che stiamo pagando all’anagrafe.