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Per giorni ho inseguito dimessi pellegrini, taluni in maschera e comunque caracollanti sotto zaini giganteschi, tutti in preda – pensavo – al furore mistipodistico di giungere, dopo un estenuante cammino, al solenne santuario giacobeo.
Me li ritrovo invece ammassati sotto un loggiato, coi telefonini in mano ed esposti all’allibito sguardo di pietra dell’apostolo. Non però intenti a santificarlo o a massaggiare con pazienza le stanche membra, bensi alticci e sudaticci a ballare un’improbabile versione discobandistica di Guantanamera eseguita da un ancora più improbabile ensemble travestito da Inquisizione, il cui bandleader incita i mentecatti a perversi trenini odeporici stile a-e-i-o-u-ipsilon.
Auguro a costoro, che si ostinano a non usare il cervello di cui sono del resto con ogni evidenza privi, millanta marce forzate senza possibilità di far ricorso al miracoloso Callifugo Ciccarelli. Al termine, li aspetto a pie’ fermo col lanciafiamme per un caldo commiato.
In allegato foto dimostrative.