Questa è un’appendice, o forse nemmeno tanto, al post dell’altro giorno (qui) sul collasso dell’ufficio stampa come funzione-missione professionale.
Vanno infatti di gran moda i blog-instragram-influencer e mercanzia varia tour e trip.
Bene: lascio agli utenti e ai beneficiari dire se questo di tipo di promozione – dove (quelli seri mi perdonino, ma sanno anche loro di essere rari) vispi e vispe terese starnazzanti fotografano di tutto e lo postano tra commenti patetici, nel 90% dei casi senza aver capito nè approfondito nulla, ma comunque mandando in sollucchero i disarmanti committenti – porti qualche concreto vantaggio a chi paga o si traduca nella solita produzione eccedentaria di inutile fuffa mediatica.
La mia domanda è invece un’altra, molto più seria, e investe specificamente il mondo giornalistico.
Questa: ma per organizzare, seguire, coordinare un sedicente blog-instragram-influencer-etc tour è necessario un giornalista? O viceversa (e peggio): saper/poter/voler fare quanto sopra rientra o meno nella professionalità del giornalista, o almeno di chi per lavoro organizza uffici stampa pur non essendo iscritto all’OdG? O ancora, in alternativa: sicuri che per quel genere di intrattenimenti non occorra invece proprio una professionalità diversa, ad hoc, da intrattenitore-animatore? E che quindi i giornalisti loro malgrado chiamati, pur a pagamento, a accompagnare questi tour non siano pesci fuor d’acqua, inadeguati alla bisogna e in fondo anche poco rispettosi della propria qualifica? Sono nati i blogger-sitter?
Per carità, il lavoro è lavoro e pecunia non olet, ma a me fa enorme tristezza veder fior di professionisti costretti per mercede ad assecondare le transumanze dei postatori seriali, i loro squittìi, le loro bizze, i gridolini di meraviglia al cospetto di ogni minima sciocchezza, la tabula rasa di conoscenza e le imbarazzate, pazienti spiegazioni a cui costringono il malcapitato collega.
E, d’altro lato, penso a chi quel lavoro di accompagnare gli allegri e sempre entusiasti ospiti, indurli a mettere in risalto ciò che il committente richiede, farli divertire e sentire importanti, lo sa fare sul serio.
E a cui tanti bravi giornalisti, per campare, rubano il lavoro calpestando un po’ della dignità della categoria.

Ci lamentiamo tanto che i blogger invadono il nostro campo. Ammettiamo anche che spesso noi invadiamo il loro. E nemmeno questo va troppo bene.

 

PS: prevengo le prevedibili eccezioni di chi, a ragione, osserverà che spesso i giornalisti si comportano male e a volte ne sanno poco o nulla quanto i blogger. Vero, ma è un’altra questione (già trattata molte volte qui su AF, peraltro).