C’è chi nei miei precedenti commenti ha voluto leggere attacchi personali, qualunquisti e superficiali agli eletti. Un colossale abbaglio (loro) per il quale, ad ogni modo, mi scuso. Ma tanta suscettibilità e tanta superciliosità non saranno in certi casi il sintomo della proverbiale “coda di paglia”? Sia come sia, se le elezioni ci sono state e tutto è andato esattamente come previsto, una ragione ci sarà.

Non è mai un buon segno, per un giornalista, quando qualcuno non capisce il senso di quello che hai scritto. Anche perchè nella stragrande maggioranza dei casi la colpa del misunderstanding è dell’estensore e non del lettore. E quindi mi dispiace se c’è chi ha voluto leggere nel mio commento alla tornata elettorale di domenica la chiamata in causa di qualcuno o, peggio, una serie di attacchi personali.
Lo smentisco ufficialmente e comunque mi scuso se qualche collega si è sentito offeso. Non mi pare però di aver dato a nessuno di “abbonato alle poltrone”. Ho casomai lamentato il fatto (incontrovertibile) che il ballottaggio abbia portato all’OdG della Toscana un ventaglio di ottimi giornalisti, ma tutti “habituè” delle stanze sindacali e ordinistiche. Non mi pare (nè vuole essere) un’ingiuria. E mi sembra anche che il senso sia ben diverso e ben più ampio del commento da bar che mi è stato attribuito.
Ovvero che, a prescindere dalle persone, senz’altro ottime, è il sistema che è sbagliato: primo perchè, per inerzia, tende a portare su chi già ne fa parte, secondo perchè è sclerotizzato su logiche di schieramento, militanza e ideologizzazione che trovo inaccettabili, a tratti ridicole e soprattutto dannose.
Non ne faccio, poi, nemmeno una banale questione anagrafica.
Ne faccio invece, ad esempio, una questione di orizzonti. I pubblicisti potrebbero essere divisi in almeno dieci tipologie. I professionisti in cinque. Eppure concorrono, e quindi vengono eletti, quasi solo quelli che appartengono a un paio di queste tipologie. Un motivo ci sarà. O no? E, a prescindere da questo, mi chiedo: che ne sanno questi colleghi delle questioni che riguardano gli altri settori? Cos’hanno approfondito dei vari temi se, al momento di fare le “squadre”, non hanno neppure sentito il bisogno di coinvolgere uno dei diretti interessati? La risposta è: poco o nulla. Ma mica perchè siano incapaci, o stupidi, o impreparati. Solo che è difficile conoscere dal di fuori cose che si possono conoscere solo stando dentro. Il risultato è che, pur senza malizie, ancora una volta intere fette della professione si trovano a non essere minimamente rappresentate nell’Odg, esattamente come nell’FNSI e nelle rispettive articolazioni regionali.
Ciò non incrina affatto il prestigio o la credibilità degli eletti. Ma certe miopie, in un 2010 in cui, dopo innumerevoli avvisaglie, la professione va a picco in ogni campo, dai garantiti in giù, sono surreali.