Intervenendo ieri al seminario organizzato a Firenze dall’Inpgi, Franco Siddi ha illustrato a 359° lo stato della professione e del rinnovo del contratto. Unici mai menzionati, i liberi professionisti.

Il segretario dell’Fnsi, Franco Siddi, è per unanime opinione un formidabile oratore. Tanto formidabile da indurre spesso sudori freddi sulla schiena di chi, in occasione di qualche suo discorso, ha fretta.
Ieri mattina, ad esempio, al momento dell’intervento all’interessante seminario dell’Inpgi “Non c’è previdenza senza lavoro – Per un nuovo welfare dei giornalisti italiani: protezione sociale, microcredito e formazione“, tenutosi a Firenze, avvicinandosi l’ora del pranzo, il coordinatore ha evocato il suadente richiamo della ribollita per indurre il capo della Federazione a una ragionevole brevità.
Operazione riuscita visto che Siddi ha parlato solo per 38 minuti, tutti filati e rigorosamente a braccio.
Affrontando pure parecchi argomenti cruciali: la previdenza, la crisi della professione, le magre prospettive della categoria (“se qualcosa non cambia dovremo rassegnarci a perdere presto i livelli assistenziali e pensionistici attuali“), i rapporti con il nuovo governo, lo stato dell’arte sull’equo compenso e il complicato puzzle che riguarda le trattative sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro.
Su questo tema il segretario ha avuto, bisogna dirlo, parole di ragguaglio per tutti: pensionati, pensionandi, prepensionati, assunti, precari, cococo, false partite iva, abusivi, autonomi, economicamente dipendenti, monomandatari. Non è mancata qualche blandizia ai contrattualizzati, zoccolo duro del sindacato (“chiederemo un ritocco in busta paga, indispensabile anche per mantenere l’Inpgi“, geniale intuizione cerchiobottista). “Faremo comunque un contratto di contenimento e di salvaguardia“, ha concluso.
Bene. Anzi, no.
Due sole infatti, tra le millanta subcategorie dei giornalisti, quelle mai, ma proprio mai menzionate nel suo intervento: i freelance e i liberi professionisti. Inesistenti, trasparenti, puro spirito, degni neppure di un pensiero, financo di un’elegia, di un epitaffio.
Ora, al posto mio, voi che pensereste: che il segretario del sedicente sindacato unico dei giornalisti italiani abbia avuto una banale dimenticanza, che il richiamo della ribollita l’abbia indotto a fare qualche taglio sugli argomenti da trattare o che il tema della libera professione proprio non interessa, non riguarda, non coinvolge, non titilla, non appassiona nè rientra nei piani federali?
Io un’idea me l’ero fatta già da tempo, ma una voce di conforto mi sarebbe utile.

Ps: siparietto paradossale, tra le decine di posti vuoti lasciati liberi durante la pausa pranzo, proprio su quale è andato inconsapevolmente a ritirarsi per una mezz’ora buona il segretario, curvo sul suo tablet? Dio ci fa e poi ci accoppia.

Ps2: un resoconto sui contenuti del convegno sarà pubblicato nei prossimi giorni.