Prima i treni, poi il camion. Ma potrebbe anche essere lo scenario di qualunque guerra o di un naufragio nel Mediterraneo: ovunque, i titoli e le foto di apertura, o subito sotto, tirano in ballo i bambini morti coi loro bambolotti vicino. Quasi sempre, messinscene o comunque forzature.
La cosa più pietosa di tutto questo non è, paradossalmente, la morte delle vittime, ma l’uso da combustibile emotivo che se ne fa e che, facendo leva sul visivo, serve (sì, lo so) a far vendere copie, sollecitare click e fomentare sui social i commenti della gente comune.
Sarà impopolarissimo dirlo, ma mi dissocio radicalmente da questo sistema compiacente che, alimentando i sentimenti istintivi, contribuisce a obnubilare la razionalità, che in queste circostanze dovrebbe essere invece la prima risorsa a cui attingere.