Dedicato a tutti gli imbecilli che, annebbiati dalla fuffa luminosa e progressiva di una tecnologia spacciata per salvifica, oltre a sancire il proprio eterno servaggio nei confronti di aggeggi concepiti in California e costruiti in Cina per il controllo della popolazione planetaria, maneggiano quotidianamente nell’ombra per l’abolizione delle uniche cose sane rimaste vive in questo digitale e insano mondo: la manualità e la fisicità.
A parte il grottesco paradosso della riesumazione di una tecnologia, quella appunto dell’sms, che ormai da anni è stata forzatamente mandata in soffitta da quell’altra molesta diavoleria di whatsapp, gruppi mefitici inclusi, se hai bisogno di fare un bonifico, o controllare i movimenti del tuo conto, o verificare la carta di credito, non ci sono homebanking o chiavette che tengano: devi inserire un codice che ti arriva per messaggino.
L’aspetto ancora più paradossale è che non sempre gli sms funzionano perchè, come gli italiani ben sanno, con buona pace delle dichiarazioni truffaldine delle compagnie di gestione, il territorio nazionale è ben lungi dall’essere interamente coperto dai servizi ed esistono aree vastissime, a volte comuni o provincie interi, in cui il segnale di certi operatori è assente.
Risultato: no segnale, no sms e, quindi, no sms e no homebanking.
In pratica il gestore telefonico è diventato il padrone non solo dei miei soldi, ma perfino delle rapine statali – leggi tasse – che il cittadino subisce.
Da un’ora sto cercando di pagare il bollo. Ma per attivare il pagamento via carta di credito occorre inserire nel portale Aci un codice inviato via sms. E siccome le linee, quando vanno, vanno a pedali, l’sms arriva dopo decine di minuti, quando “la sessione è scaduta, per favore prova di nuovo”.
Ira funesta.
Sms: acronimo di Serve Morte Subito.
Di chi, fate voi.