Dai correnti peana sociali apprendo che il festival di Sanremo è stato vinto da un tal Mahmood, o come si scrive, che nescio chi sia.
Dai toni da Grande Marcia che accompagnano tale vittoria usati dai consueti pasionarii seriali, i quali nemmeno per una kermesse di canzonette sanno liberarsi dell’ossessione ideologica che li attanaglia senza requie, intuisco che, almeno secondo loro, tale risultato avrebbe profondi significati e conseguenze politiche, quando non addirittura governative.
Non so più di cosa dolermi.
Un fiore (appunto) e una prece.