di ANDREA PETRINI
Circa 45 ettari di vigneto tra i terroir più qualitativi del Jura In cantinauna filosofia assolutamente non interventista, che prevede vinificazioni separate (si arriva anche a 30 cuvée), uso esclusivo di lieviti indigeni, scarso uso di solforosa e nessuna filtrazione. Curiosi, eh?

 

La storia dei Tissot inizia nel 1962 quando André e Mireille Tissot decidono di iniziare a produrre vini in Jura, esattamente a Montigny les Arsures (pochi chilometri da Arbois), con l’obiettivo di produrre vini di qualità che valorizzassero al massimo le specificità del territorio. Bisogna però aspettare gli anni ’90 affinchè l’azienda riceva la scossa decisiva grazie all’entrata di Stéphane Tissot, figlio di André e Mireille, che dopo un’esperienza come enologo in Australia e Sud Africa ha deciso, con sua moglie Bénédicte, di prendere in mano le redini dell’impresa famigliare cercando, come prima regola, di evitare il più possibile l’uso della chimica in vigna. Questa filosofia “green” ha portato la coppia a convertire i vigneti di proprietà all’agricoltura biologica mentre bisogna aspettare il 2004, grazie al passaggio alla biodinamica, per ottenere la certificazione Demeter.
Oggi Stéphane e Bénédicte Tissot coltivano circa 45 ettari di vigneto dislocato tra i terroir più qualitativi del Jura ovvero Curon, La Mailloche, Les Bruyères e Château-Chalon. Anche in cantina, ovviamente, si segua una filosofia assolutamente non interventista che prevede vinificazioni separate (si arriva anche a 30 cuvée), uso esclusivo di lieviti indigeni, scarso uso di solforosa e nessuna filtrazione.
Tutto questo comporta che i tanti vini della gamma aziendale, dallo spumeggiante Crémant du Jura fino ad arrivare al Macvin du Jura passando per i vari Vin Jaunes e Vin de Paille, siano sempre e comunque prodotti di personalità e purezza aromatica, ciascuno con la propria dignità e personalità, perché così 55 anni fa hanno voluto André e Mireille e così, per il presente e il futuro, vorranno Stéphane e Bénédicte che è pronta, calici in mano, per la degustazione che mi ha preparato presso il loro caveau situato nella piazza principale di Arbois.

 

Arbois “Les Graviers” 2015 (100% chardonnay): proveniente da sette parcelle (Rosières, Béranger, en Muzard, Corvées, Chevrettes, Corvées sous Curon) piantate tra il 1952 e il 2002 con esposizione sud/est per un totale di circa un ettaro e mezzo. Naso molto fruttato, minerale, con piccoli intarsi di spezie e fiori bianchi. Sorso incisivo e pieno. Nota tecnica: la fermentazione è spontanea in fusti di legno da 228 litri, di cui un terzo nuove. L’affinamento avviene negli stessi contenitori per 16 mesi.
Côtes du Jura Chardonnay “En Barberon” 2015 (100% chardonnay): da vigne del 1974/1975 piantate su terreno argilloso del Lias, misto a calcare, nasce questo vino dall’anima solare, densa e speziata. Meno minerale rispetto al precedente. Sorso goloso, appassionante, lungo. Nota tecnica: fermenta spontaneamente e riposa per due anni in fusti di legno da 228 litri.
Arbois “Le Clos de La Tour de Curon” 2006 (100% chardonnay): il vino deriva da uno vigneto a terrazze piantato nel 2002 a 12.000 ceppi per ettaro e circondato da un muretto (Clos) come avviene in Borgogna. Nella parte alta della parcella di circa un ettaro esposta a sud e caratterizzata da suolo prettamente calcareo si trova una vecchia torre dalla quale il vino prende il nome. Questo millesimo, ancora esuberante nella sua freschezza e prorompente nella vitalità fruttata, fa ben comprendere le potenzialità degli chardonnay del Jura. Di questo vino i Tissot producono circa 1700 bottiglie grazie anche ad una resa “ridicola” che si attesta attorno ai 14 hl/ha. Nota tecnica: Nota tecnica: la fermentazione è spontanea in fusti di legno da 228 litri, di cui un terzo nuove. L’affinamento avviene negli stessi per 24 mesi.
Arbois “La Mailloche” 2014 (100% chardonnay): La Mailloche è un lieu-dit di circa un ettaro e mezzo, esposizione est, caratterizzato dalla presenza di argilla estremamente compatta che dona al vino un carattere forte, deciso e dal lungo epilogo fruttato e leggermente fumè. Nota tecnica: la fermentazione è spontanea in fusti di legno da 228 litri, di cui un 20% nuove. L’affinamento avviene negli stessi per 24 mesi.
Savagnin “Amphore” 2015 (100% savagnin): Stephane da innovatore come è ha deciso da qualche anno di sperimentare una vinificazione del savagnin in anfora la cui tecnica consiste nel far macerare le uve per circa 6 mesi senza uso di solforosa. Successivamente il vino viene fatto affinare in barrique usate per 3 mesi prima di essere imbottigliato. Il vino, dal colore quasi arancione, è complesso e dotato al naso di sensazioni di albicocca e frutta secca a cui segue un sorso pieno, leggermente tannico, e dal finale terroso.
Cuvée DD 2016 (1/3 pinot noir, 1/3 trousseau e 1/3 poulsard): questa cuvée è il frutto di una macerazione di tre mesi di queste tre uve che vengono vinificate separatamente in botti di legno centenarie. E’ un vino estremamente giovane che punta molto sulla vivacità aromatica della frutta rossa e delle spezie nere. La massima goduria è abbinarlo ad un piatto di salumi non troppo stagionati.
Pinot Noir “Sous la Tour” 2015 (100% pinot noir): sotto la Tour de Curon si trova anche una piccola parcella di 40 anni di pinot nero piantata su suolo calcareo che Tissot vinifica per due settimane in tini di legno troncoconici per poi affinare il vino in botti borgognone (15% nuove) per circa un anno. Il pinot nero in questione è stupendo nella sua veste floreale e di pregevolissimo equilibrio e sensualità. Una delle migliori espressioni di pinot nero “extra Borgogna” che ho degustato negli ultimi tempi.
Savagnin “Seis” 2009 (100% savagnin): il nome, di origine spagnola, è un chiaro omaggio all’Andalusia e al suo mitico Sherry Fino dal quale questo vino trae ispirazione per potenza e caratteri mediterranei. Nota tecnica: il vino viene affinato per 6 anni (seis in spagnolo) in botti di legno scolme (sans ouillage).
Vin Jaune “En spois” 2010 (100% savagnin): da vigneti di savagnin piantati tra il 1993 e il 1995 su argille dure del Trias nasce questo vino “di pazienza” affinato tradizionalmente per 6 anni e tre mesi in botti scolme e con presenza di flor così come vuole il disciplinare per ottenere il mitico Vin Jaune. Il risultato è un vino elegante, complesso dal punto di vista aromatico per via di un intenso bouquet di spezie dolci, frutta secca, fiori gialli essiccati e caramella all’orzo. Sorso statuario, equilibrato e fine tanto da poter rivaleggiare con i migliori Château-Chalon.
Château-Chalon 2010 (100% savagnin): stesso metodo di vinificazione ma cambia nettamente il terroir dove i Tissot posseggono vecchie vigne di savagnin di 40 anni di media. Il risultato è un vino “ossidato” totalmente diverso rispetto al precedente visto che questo magnifico Château-Chalon è dominato da una verticalità inaspettata dove gli agrumi, il sale, le erbe aromatiche e l’ampio spettro iodato foderano i sensi del degustatore costantemente stimolato a bere questo Vin Jaune di interminabile e vibrante persistenza gustativa. Il futuro non potrà che essere dalla sua parte.
Audace 2011 (100% poulsard): trattasi di un generico Vin de France e non del tradizionale Vin de Paille perché, nonostante la vinificazione in linea col disciplinare, Tissot ha raggiunto con questo vino passito un titolo alcolometrico di soli 8% vol. anziché i canonici 14% vol. utili per l’approvazione come Vin de Paille. Detto ciò questo vino, nonostante i 350 grammi di zucchero residuo (!!), ha classe ed equilibrio e dopo averlo bevuto sei in grado di percepire ancora per ore le sensazioni di frutta nera, rancio e spezie nere di cui fieramente si compone e si decompone continuamente dal punto di vista aromatico. Un vino spiazzante, unico nel suo genere, che sento di consigliare di bere a tutti gli appassionati almeno una volta nella vita.

 

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