di KYLE PHILLIPS.
Ecco la volta che Kyle vide spuntare dalla foschia l’ultimo atto di devozione del re longobardo Liutprando. La notte non era tempestosa, ma nebbiosa. Com’era lattiginosa la calce che fino al 1912 aveva nascosto gli affreschi dell’abbazia, trasformata in granaio.

Diversi anni fa sono stato invitato ad una presentazione organizzata dai Viticoltori dell’Acquese. Era autunno inoltrato e l’evento era di sera; si stavano innalzando banchi di nebbia mentre la notte scendeva, e mi stavo chiedendo chi me lo avesse fatto fare, mentre proseguivo a rilento cercando il cartello per Sezzadio.
Lo vidi, e dopo un certo tempo mi ritrovai davanti all’imponente mole di quello che era stata a un tempo una fattoria fortificata. Immaginate il mio stupore quando, uscito dalla macchina e girato l’angolo, vidi una bellissima basilica romanica!
Vuole la leggenda che Santa Giustina sia stata fondata nell’ottavo secolo da un certo Liutprando, re Longobardo devotissimo che si fermò nel luogo per un riposo pomeridiano, appendendo il reliquario con i resti di Santa Giustina che teneva sempre con se al ramo di un albero. Al risveglio vide il reliquario che fluttuava nell’aria fra i rami, e quando non riuscì a riprenderlo decise che la Santa gli stesse dicendo di volere una chiesa in quel posto. Obbedì facendo costruire una chiesa paleocristiana.
Santa Giustina divenne in seguito un importante monastero benedettino; la chiesa originale, che vanta un pavimento con eleganti mosaici simili a quelli che si trovano nelle chiese più antiche di Roma, divenne la cripta della chiesa Benedettina, una classica basilica romanica con una navata principale affiancata da due navate laterali, un transetto più alto della navata, e tre absidi.
Il monastero passò di mano più volte nel corso dei secoli, ed in seguito alla soppressione napoleonica delle ordini religiosi nel 1810 la chiesa divenne un granaio.
Fu acquistato dal senatore Angelo Frascara nel 1863, e quando questi fece togliere (nel 1912) la calce con cui le pareti erano state imbiancate nel diciassettesimo secolo, scoprì frammenti di una Annunciazione nell’abside sinistro, e un bellissimo ciclo di affreschi Cinquecenteschi raffigurante la Passione di Cristo ed il Giudizio Universale nell’abside centrale. Inoltre, scoprì decorazioni a scacchiera sulle colonne della navata con, in molti dei riquadri neri, graffiti che potrebbero addirittura essere di epoca rinascimentale.
Il senatore trasformò buona parte della fattoria in una elegante villa con ampi giardini in stile romantico. Adesso la struttura è utilizzata per riunioni, convegni, matrimoni, e altre manifestazioni. La chiesa è comunque visitabile e telefonando si possono anche visitare i giardini e gli spazi pubblici della villa.
È un posto di tanta inattesa quanto rara bellezza, e sono grato ai Viticoltori Aquesi per avermelo fatto conoscere.
Per raggiungere Santa Giustina, prendete l’Autostrada A 22 fino ad Alessandria Sud. Dopo l’uscita proseguite per Aqui Terme e Sezzadio (sulla destra); ci sono anche dei cartelli per l’Abbazia.
Ulteriori informazioni: www.villabadia.com.

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