All’odierna riunione della commissione, il presidente Odg ottiene che il 15 luglio siano ascoltati i coordinamenti dei precari. Siccome non hanno un coordinamento, invece, i liberi professionisti non li ascolta nessuno. Eppure di giornalismo ci campano.

Figli di un Ordine minore, non c’è dubbio.
Solo che, in questo caso, i freelance sono solo muti, perchè è la voce che non gli viene data. A essere sorda sarà invece la commissione per l’equo compenso la quale, viceversa, non sarà tenuta a “ascoltarli“.
Come invece ascolterà alla prossima riunione del 15 luglio, su richiesta del presidente dell’OdG, Iacopino, i rappresentanti dei coordinamenti dei precari di alcune regioni italiane.
Lo ha appena annunciato su FB lo stesso Iacopino. Così:
EQUO COMPENSO, ORA TOCCA A VOI. Preparatevi, la commissione sull’equo compenso ha chiesto una delegazione da ascoltare in una audizione. Ho proposto di ricevere, per mezza giornata, i rappresentanti dei coordinamenti. L’incontro è fissato per il 15 pomeriggio. Ho suggerito (non era possibile convocare tutti) di invitare i coordinamenti di Friuli V.G., Toscana, Lazio, Campania, Puglia. Il 18 toccherà agli editori. CONCRETEZZA, vi prego. Non servono effetti speciali, basta il racconto delle mortificazioni di ogni giorno“.
Francamente, conosco poche categorie dotate del requisito della concretezza come quella dei freelance. I freelance veri, intendo, quelli con tutte le carte in regola (vedi qui), quelli che con la professione ci campano, ci pagano le tasse e l’inpgi, ci mantengono la famiglia, ci fanno i mutui e ci tirano avanti una vita.
Per carità, il principio dell’equo compenso non riguarda solo i freelance. Ma nemmeno li esclude.
Quindi questo ignorarli, quando il loro contributo all’elaborazione del concetto stesso di equo compenso (e della Carta di Firenze) è stato determinante, va preso per quello che è: un segnale.
Ragioniamoci e pensiamo alle contromosse.