Il ghiozzo, bercia.
Non è questione di contesto, o di frastuono dintorno, né di alterchi in corso.
No, lui bercia a prescindere. Sempre.
Si potrebbe pensare che quello sia il suo tono naturale, istintivo. Ma non è vero.
Egli in realtà saprebbe sussurrare, o almeno modulare la voce a volumi civili. Eppure bercia lo stesso.
Il reale motivo è oscuro.
Forse, intuendo la sua palpabile minorità intellettuale, berciando s’illude di sopperire alla superiore dialettica altrui.
Forse, anzi è probabile, così ha appreso in lunghi anni di convivenza con familiari altrettanto bercianti seduti a deschi ove berciare era l’unico modo per farsi udire.
Chissà.
In ogni caso, bercia. Bercia come un ossesso e senza che ce ne sia necessità alcuna. Più coglie negli altri un muto imbarazzo per la caciara che alimenta, più si convince che il silenzio degli astanti sia il frutto tangibile dei suoi berciati argomenti.
Ne ho uno a meno di un paio di metri e ho voglia di scannarlo.