NB: il cartello di segnalazione è DIETRO il palo...


Come qualcuno ricorderà, tempo fa postai qui il commento su un autovelox pressochè invisibile piazzato in piena estate dal comune alla periferia della città. Si stima che il “risultato” della brillante operazione sia stato di 45mila contravvenzioni, pari a 4,5 milioni di euro (!) “incassati” in tre mesi. Ma il punto vero è un altro. E ne rivendichiamo la primogenitura: perchè le multe vengono notificate molto tempo dopo l’infrazione, mettendo così in condizione l’ignaro cittadino di “ricascarci” infinite volte?

Questo blog fu trai primi a occuparsene, su segnalazione di un collega “vittima” dell’implacabile occhio elettronico fiorentino. E ora il caso dell’autovelox messo a tradimento all’imbocco della Fi-Pi-Li è finito in prima pagina di tutti i quotidiani locali. Per forza: è un esempio lampante (e di simili furberie è piena l’Italia) di malizia.
Ma la questione delicata è un’altra, parallela. E che credo di essere stato io il primo a sollevare.
Aldilà della multa per l’eccesso di velocità “fotografato” senza preavviso, sono infatti i tempi di notifica a essere (anch’essi maliziosamente?) scandalosi.
Se mi fanno una contravvenzione e me la notificano tempestivamente, vengo subito a conoscenza dell’insidia e posso evitare di ripetere l’infrazione. Ma se per inviarmi il documento il Comune ci mette un mese o due, per tutto quel tempo io, in perfetta buona fede, ignorando l’esistenza dell’autovelox, e soprattutto se sono un pendolare, mi trovo nella potenziale condizione di subire una multa al giorno, con esiti finanziari catastrofici e palesemente iniqui.
In una “lettera aperta” inviata ieri al comandante dei Vigili fiorentini, il collega Riccardo Catola ripropone esplicitamente il quesito.
Al quale, però, non risulta per ora essere giunta alcuna risposta.
Sia chiaro: difendere le infrazioni non si può e non si deve. Ma a patto che le norme siano ragionevoli, applicate con buon senso e con il fine di prevenire incidenti. Se invece le multe servono a fare più o meno furbescamente “cassa”, il cittadino ha il diritto e il dovere di ribellarsi. E siccome il comune di Firenze non è nuovo a certi “raid”, come alcuni memorabili blotz ai danni delle biciclette allucchettate alla stazione o alle auto parcheggiate un po’ alla rinfusa in occasione di pompatissime mostre e fiere…

Lettera aperta al comandante dei Vigili Urbani di Firenze Massimo Lancillotti

Gentile comandante,
non senza stupore e grazie all’interrogazione del consigliere Michele Pierguidi, oggi è possibile sapere dalla stampa i dettagli della sistematica rapina ai danni degli automobilisti, in atto attraverso l’ormai tristemente noto autovelox di viale Etruria. Dalle sue risposte, signor comandante, è infatti possibile evincere alcune verità:
1) Le 44.364 multe connesse a quell’autovelox a partire dal 21 giugno, ossia in appena tre mesi, rappresentano probabilmente un record mondiale e non costituiscono solo il 40% dell’intero pacchetto di infrazioni registrate in città, ma sono la prova evidente, la pistola fumante, di un preciso quanto illecito progetto vessatorio, consapevole o meno, ai fini di far cassa. A una media stimabile in € 100 a multa, questo solo autovelox ha fruttato infatti al Comune ben € 4,5 milioni in appena 3 mesi. Un affarone.
2) Da chi il progetto, se progetto c’è, sia stato ideato si può solo ipotizzare. Quello che però è certo, signor comandante, è che lei lo difende a spada tratta. Noi dobbiamo prestarle fiducia, ma invece di ammettere un’evidenza fin troppo evidente, lei mette in gioco la sua credibilità, giacché le sue affermazioni sono clamorosamente contraddette da centinaia di testimonianze e soprattutto da foto e filmati trasmessi perfino dal TG Rai. Quell’autovelox, si rassegni, è proprio dietro a un palo della luce. E il cartello che dovrebbe segnalarlo è proprio dietro ad altri cartelli, a uno stendardo pubblicitario e al palo che lo sorregge.
Tentando di rassicurare i fiorentini sostenendo (sic) “che l’autovelox è regolarmente segnalato e visibile”, lei ci fa purtroppo dubitare della serietà delle vostre verifiche. Regolarmente? Per cortesia, può specificare in quale punto del Codice della Strada si dice che gli autovelox possono essere posizionati dietro a un palo della luce? E dove che i cartelli di segnalazione vanno messi dietro altri cartelli e stendardi pubblicitari? Forse c’è scritto e non ce ne siamo accorti, dunque se ce lo indica fa opera di chiarezza sacrosanta e definitiva.
3) Lei sostiene anche che quell’autovelox è stato messo proprio in quel punto dopo tre incidenti mortali. Questi eventi risalgono però al 2009 e al 2008, mentre l’autovelox è entrato in funzione solo negli ultimi mesi. Ritardo a parte, che tipo di deterrenza può esercitare se è nascosto dietro a un palo?
C’è però almeno un’altra questione inaccettabile. Le multe vengono recapitate solo dopo mesi. E’ mai possibile, con mille vigili ai suoi ordini e per di più nell’era del computer? Indipendentemente dalla data dell’infrazione, le multe sono state tutte da Voi lavorate il 26 agosto e recapitate in blocco solo a metà settembre. Questo, lei capisce, non consente agli automobilisti di rendersi conto in tempo. Il risultato è che molti ricorderanno questa estate per essersi rovinati senza saperlo: colti da quell’autovelox anche in decine di infrazioni, spesso per pochissimi kmh in più, con conseguenze di migliaia di euro e il sicuro ritiro della patente.
Signor comandante, occorre evidentemente un’amnistia plenaria. E sarebbe bello e giusto se l’iniziativa venisse proprio dal Comune. Grazie.
Cordialmente

Riccardo Catola e le tante altre vittime inconsapevoli dell’autovelox di viale Etruria

(Le foto in alta definizione sul sito www.catola.com)