Sì, vabbene, il bel tempo e i 25° ci hanno messo del loro, ma sarebbe oltremodo ipocrita negare che, sotto il profilo del ricorrente incubo-traffico, al Vinitaly che si è appena concluso le cose sono andate meglio, e a volte assai meglio, che in passato.
Credo che ciò vada ricondotto a una serie di concause.
La prima è di ordine sociologico: la gente sembra aver ritrovato la voglia di camminare, o almeno di non considerare una passeggiata di 500 metri alla stregua di una ritirata di Russia. Ne consegue che invece di cercare un parcheggio il più vicino possibile alla fiera, con frequenti e inutili andirivieni, il visitatore o espositore preferisce lasciare l’auto più lontano e guadagnare la mezz’ora buona altrimenti sprecata in coda nel traffico.
La seconda è di ordine logistico: aver moltiplicato i parcheggi, anche molto distanti dalla fiera, e averli collegati con un sistema sufficientemente efficiente di navette ha convinto molti, anche i più riottosi, a rinunciare alla quattro ruote nella marcia di avvicinamento al Vinitaly.
La terza è di ordine organizzativo: aver lasciato ai giornalisti la possibilità di parcheggiare senza oneri in qualunque area, fino alla disponibilità di posti, ha considerevolmente ridotto sia l’assalto antelucano allo spazio loro riservato davanti al Palaexpo, sia la necessità di compiere giri obbligati ingorgando la circolazione.
La quarta è di ordine ideologico: il ricorso alla bici e alle gambe non è stato solo raccomandato, ma finalmente agevolato nel concreto: “Da quest’anno – recitava la nota diffusa alla vigilia dall’ufficio stampa dell’Ente fiera – è stata attivato un nuovo collegamento ciclopedonale tra la stazione e il quartiere fieristico, realizzato da Rfi-Reti ferroviarie italiane. Questa soluzione consente di raggiungere Vinitaly in meno di 10 minuti: dal binario 12, il percorso (570 metri in totale) esce sul retro della Stazione, attraversa lo Scalo ferroviario ed arriva su viale Piave; qui è possibile prendere un bus navetta o proseguire a piedi fino in Fiera, seguendo l’itinerario segnalato dagli adesivi con logo di Vinitaly posti a terra. Per l’occasione, il Comune di Verona ha riattivato il sottopasso pedonale su stradone Santa Lucia, aperto h24, illuminato e videosorvegliato“. Sottolineo l’inciso “illuminato e videosorvegliato”, perchè anche certe brutte sorprese sono, attorno alla fiera, se non una costante un fatto non sporadico.
Per il 2018, comunque, scatterà la mia personale operazione-decrescita da fiera.
Mi sono fatto due conti: andare a/r Firenze-Verona in auto richiede circa 5 ore, a cui se ne sommano mediamente altre 3 al giorno di a/r hotel-fiera, quindi un dispendio di tempo passato inutilmente in auto, ipotizzando due giorni pieni di Vinitaly, di 11 ore al netto di ingorghi, imprevisti, etc. Valutando al ribasso il mio tempo a 20 euro/ora, significa 220 euro buttati al vento. Poi ci sono le spese: 500 km FI-VR-FI più altri 120 circa per hotel-fiera-hotel (per due volte) sono in tutto 620 km che, a 13 km/lt valgono circa 48 litri di gasolio, pari a più o meno 75 euro. A questi vanno aggiunti circa 35 euro di pedaggio. Quindi: 220 + 75 + 35 = 330 euro. Manca l’albergo: due notti (ben che vada) a 100 euro l’una sommano 200 euro, per un esborso totale di 530 euro.
A fronte di ciò, il treno AV FI/VR, che impiega 1 ora e 33 minuti (pari a un valore di 30 euro a viaggio) con partenza alle 8 all’andata e alle 18.52 al ritorno, costa 60 euro (e molto meno se prenotato con grande anticipo). Aggiungiamo 1 ora per quattro navette stazione-fiera (20 euro). Morale: se io mi faccio due giorni di fiera andando la mattina e tornando la sera per due volte da Firenze, spendo (60 x 2) = 120 + 80 di “tempo” = 200 euro, ovvero meno della metà di quello che spenderei andando in auto.
Senza contare che le ore passate in treno sono infinitamente meno rischiose, stancanti, impegnative (puoi lavorare, dormire, chiacchierare). Per non dire del piacere di mangiare ogni sera a casa propria e dormire (gratis) nel proprio letto.
Insomma, per il 2018 prevedo un Vinitaly vista Arno, anzichè Adige.
E quest’anno, comunque, mi sono avvantaggiato allo stand del Nobile di Montepulciano, come la foto dimostra…